Il Chievo evita la beffa di un derby senza gol dopo 11 anni di attesa

Due squadre col terrore di perdere. E Verona cede al '92 Gol di Lazarevic. Dai tifosi una lezione alle altre curve

Il Chievo evita la beffa di un derby senza gol dopo 11 anni di attesa

Verona - Ha segnato Lazarevic, un subentrato, quando a Corini è passato per le vene uno schizzo di orgoglio e ha osato. Fin lì il suo Chievo aveva avuto le occasioni migliori ma quando dopo dodici gare ne hai portata a casa una sola piena, un po' di cautela è il minimo, anche se lui prima non c'era.
Mandorlini ha abbassato la testa, il Verona mai pericoloso, deve ammetterlo. Luca Toni è rimasto novanta minuti con il fucile carico e puntato in mezzo alla foresta del Chievo. Aspettava che passasse l'orso, niente. Non era compito suo andare a stanarlo, lui era lì ma nessuno gli ha dato una mano, sugli angoli erano in tre, a volte in quattro a marcarlo. Allora si è visto nella sua area, quando gli angoli li batteva il Chievo. Anzi, appena partiti, è stato lui a darla e anche bene a Iturbe che è arrivato in ritardo in piena area. È stata l'azione più pericolosa e la palla gol più importante del Verona di tutto il primo tempo. Un campione del mondo fa sempre qualcosa per farsi notare anche quando in realtà non riesce a entrare mai nel tabellino. Iturbe poco, largo sulla fascia, qualche scatto, un paio di allunghi, zero pericoli per Puggioni.
Undici anni di attesa per non vedere neppure un gol nel derby sarebbe stata una beffa. Ma avevano tutte e due una gran paura di perderlo. Mandorlini voleva tenere la posizione in classifica, Corini muoverla. Tifo caldo, urla, nessun sfottò grave, lezione per il resto dell'Italia, due squadre che si sono perfino volute bene, stessi colori sociali, medesimo simbolo a riconoscerle, quando il Verona gioca in casa e segna il Chievo, la gente allo stadio applaude. E viceversa. Però in campo complimenti pochi, giallo a Moras per intervento duro di Théréau, neppure cinquanta secondi dopo giallo a Théréau per tackle altrettanto duro su Iturbe.
Però un tempo è andato via con neppure uno straccio di tiro in porta. Corini che qualcosa doveva aver intuito, ha messo giù il suo Chievo con una sola punta, Théréau, e poi due righe di difensori, ordinate ma con primo compito quello di spezzare l'azione avversaria. Il Verona a tratti è sembrato più squadra, il Chievo ingiustamente in fondo alla classifica e scalarla sarà un'impresa, anche se ieri sera ha dato un bel segnale, ha giocato compatto, ha perso pochi palloni, ha lasciato lavorare il Verona ma non l'ha mai subito. Non era certo questa la partita per fare gli spavaldi ma il solo Théréau davanti era sembrato poca roba. Lui è bravo, ha il fisico, buona tecnica, ma non la velocità necessaria per sfruttare la palla vagante, cogliere il pertugio che si apre improvviso, faceva salire gli altri, troppo poco. Eppure è stato suo il primo vero brivido di questo derby quando di esterno destro ha girato un pallone deviato in angolo ma che ha sfiorato il palo a metà ripresa. Il Chievo a conti fatti aveva giocato meno la palla ma ha avuto le occasioni migliori, anche una rete di Cesar annullata per segnalazione errata di fuori gioco nella prima metà della partita.

Anche il Verona si è visto annullare un gol da Guida ma a gioco fermo per controllo di braccio di Iturbe sull'azione e forse gli manca un rigore, Cesar col braccio in area mette la palla in angolo. Chissà cosa è frullato nella testa a Paloschi, Corini l'ha tenuto in panca quasi 80' però ha vinto e allora si rientra senza battere ciglio.

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