TorinoDoveva accadere anche questo, per dare l'ennesima dimostrazione di quanto sia caduto in basso il nostro calcio. Il quale non fa in tempo a dirsi orgoglioso di avere in lizza tre formazioni sulle otto rimaste a contendersi i due trofei continentali che deve già leccarsi le ferite per l'immagine di sé che magari già domani farà il giro del mondo: se la Juve pareggerà a Marassi contro la Samp (ore 18), la gioia potrà essere assaporata dai suoi tifosi (quelli veri) soltanto via tv ma non di persona, avendo l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive vietato loro la trasferta dopo i fattacci del derby di domenica scorsa. Dopo di che, altro giro e altra (doppia) figuraccia: è infatti di ieri la decisione del giudice sportivo Tosel, sempre in seguito a quanto accaduto nella stracittadina, di chiudere per due turni la curva Sud dello Stadium: «La sanzione deve riflettere la particolare gravità del fatto (il lancio della bomba carta, ndr), un atto delinquenziale per la potenzialità lesiva del materiale esplodente utilizzato». Dura la reazione del club che ha annunciato ricorso:_«Ci sono enormi incongruenze» e gli autori materiali del lancio della bomba carta «rimangono ignoti». Inoltre, «il luogo del misfatto, pur essendo noto, non viene sanzionato, ma si colpisce lo Juventus Stadium e quindi la Juventus...». Ancora: il provvedimento «colpisce una folla indiscriminata poiché non si è stati in grado di individuare i reali responsabili ... nel passato e anche nella fattispecie del derby, circostanze analoghe» hanno dato luogo «a sanzioni differenti».
Fatto sta, contro Cagliari e Napoli il settore più caldo del tifo bianconero rimarrà vuoto. Vien tristezza. Ma del resto gli eventi degli ultimi giorni non meritano altro e, se anche il tricolore fosse già stato assegnato, la festa non sarebbe stata comunque completa. Contro il Toro, quando la Signora avrebbe potuto laurearsi campione in caso di vittoria e contemporaneo ko della Lazio, è successo quanto sopra descritto e chissà cos'altro sarebbe potuto accadere se a fine match i bianconeri avessero cominciato a saltellare per il campo. Due giorni fa poi, contro la Fiorentina, la stessa curva Sud è rimasta in silenzio per tutto il primo tempo protestando contro le decisioni attese. Per una ragione o per l'altra, insomma, un retrogusto di amarezza ci sarebbe sempre stato e ci sarà anche domani o sabato 9: «Pensiamo a fare il punto che ci manca - ha detto Allegri - e poi dedichiamoci al Real Madrid». La testa dell'allenatore e dei giocatori non può che essere rivolta al campo: il resto non compete loro, pur se a volte prese di posizione più nette rispetto a certi scempi sarebbero gradite.
Non resta insomma che «godersi» lo spettacolo: Juve a Genova senza tifosi e con probabile ricco turnover, poi grandi emozioni martedì contro il Real prima di ripiombare nella pochezza dei nostri confini in occasione del match casalingo con il Cagliari.
Ovvero la sfida che il 6 maggio 2012 vide i bianconeri diventare campioni d'Italia per la prima volta dopo calciopoli sul neutro di Trieste. A causa - do you remember? - dei soliti pasticci un po' burocratici e un po' no che quell'anno costrinsero i sardi a girovagare più volte per l'Italia non potendo contare sul Sant'Elia. Così è, se vi pare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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