I n molti scrivono e ripetono che la serie A di quest'anno sarà nient'altro che una caccia alla Juventus. Lo ripetono e lo scrivono dimenticando che, dopo quattro titoli consecutivi, qualcosa è cambiato ma non per le concorrenti che pensano di essersi rinforzate. E' cambiato molto, forse troppo, proprio nella Juventus.
Non sono partiti soltanto tre titolari illustri: capita, è capitato anche nel passato remoto e prossimo della squadra bianconera. Sono partite tre figure carismatiche (dicesi leader) per ragioni diverse, di carattere, di cifra tecnica, di perizia tattica e, insieme con loro, un quarto personaggio, minore per curriculum ma altrettanto (se non di più) importante per il gruppo, per lo spogliatoio, per la panchina: sto parlando di Storari, sostituito da Neto, un talento straniero che ha già manifestato la voglia e l'impegno di prendere il posto di Buffon. Di Storari nessuno scrive e parla, è agli archivi come uno qualunque, soltanto il francese Evra, esperto capopopolo, può sostituirne il ruolo.
Questa è la chiave per leggere meglio la nuova Juventus, per capire che cosa saprà fare Massimiliano Allegri al primo vero anno di gestione, dopo aver ricevuto in premio la Juventus di Conte ed averne modificato alcuni tratti segnaletici e sistema di gioco. C'è molto da scoprire, dunque, ed è necessaria molta prudenza nel pronostico, non perché si sia diffidenti del tecnico livornese ma per memoria di altre Juventus reduci da vittorie e alle prese con il rinnovamento.
La società ha investito (un paio di operazioni si realizzeranno nelle prossime ore) in nomi di fama e mi auguro di fame, perché questa è stata ed è la carta essenziale per giocare nella Juventus; i costi di alcuni cartellini, distribuiti negli anni, sono comunque pesanti, alcuni infortuni di inizio stagione sono segnali di allarme e dovrebbero suggerire alla società una riflessione: alcuni calciatori, soprattutto i difensori, sono logori dall'esperienza-Conte. Andrea Agnelli dice spesso come non si possa e non si debba vivere di nostalgia e di passato, l'età media della sua Juve si è abbassata, le giovani promesse possono diventare grandi patrimoni come è stato Paul Pogba; resta tuttavia l'incognita dell'aspetto caratteriale e di personalità, elementi storici della squadra e del club.
La caccia alla Juventus parte, allora, all'interno dello stesso gruppo
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