C i mancava anche il giapponese, nel senso di Honda. Non bastavano i nostri, da Mancini ad Allegri, da Zamparini a De Laurentiis, tutti maestri del dire, risciacquato in non si sa quali acque. Il milanista Honda ha individuato le cause dei guai rossoneri: «Si devono cambiare i criteri di valutazione da parte di tutti: dirigenza, tecnico, tifosi e media». Ha dimenticato, per evitare guai nello spogliatoio, di citare anche il gruppo dei calciatori ma ha anche aggiunto: «Non capisco perché sto fuori». In verità molti si chiedono perché debba stare dentro. Mancini aveva addirittura anticipato quello che i giornali avrebbero scritto il giorno appresso invitando così a non acquistarli inutilmente, un mago, un aruspice delle viscere delle tipografie.
Dunque il problema sono la stampa, i media, i giornalisti, quelli che scrivono sciocchezze, che non aiutano la squadra o la società, quegli altri che osano opinare su scelte tecniche o tattiche, che parlano di mercato, che non sanno, che non capiscono e poi i tifosi, una marmaglia da evitare e che paga stupidamente il biglietto. Strano che poi i prodi corrano verso di loro, per esultare e chiedere l'applauso. Strano anche che certe rampogne giungano spesso da coloro i quali hanno un rapporto episodico con la scrittura e la lettura, alcuni si sono fermati alla Settimana Enigmistica ma limitatamente a "unire con un tratto i punti dall'1 al 48", altri si sono spinti a Dylan Dog pensando trattarsi del segugio del cantante Bob, altri ancora evitano il congiuntivo ritenendolo una malattia degli occhi.
Questa è una reazione capricciosa e rancorosa? Ma qualcuno può davvero pensare che quando il Milan perde o l'Inter anche e la Juventus pure, la responsabilità sia del pubblico o dei giornalisti? Qualcuno davvero ritiene che la stampa abbia il potere di influenzare il risultato di una partita, la condizione fisica dei calciatori, le scelte di un allenatore? Lo pensano sicuramente i calciatori, gli allenatori e i presidenti che, non avendo il dono della sincerità, scaricano altrove i propri errori. E' anche vero che certe sale stampa sembrano un falansterio di persone non meglio identificate ma accreditate come giornalisti, reporter, cronisti e affini.
Honda e la sua orchestra, si
genuflettano per baciare la terra sulla quale giocano e continuino a immaginare il segugio di Bob Dylan o completino la pista cifrata dall'1 al 48. A parità di sintassi si potrebbe anche dialogare ma l'impresa è impossibile.
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