Dalla primavera di Praga all'inverno di Trigoria. Dai carri armati russi al plotone di esecuzione americano. Zdenek Zeman era scappato verso la libertà, oggi lo mandano in esilio per colpe non esclusivamente sue. Finisce la leggenda di un professionista che si ritrova nudo in quella che credeva la sua casa sicura. Lo hanno vinto e spogliato responsabilità sue, una religione che poteva e può avere valenza in ambienti diversi da quelli metropolitani ma che ha dovuto fare i conti con la presunzione, i limiti di un gruppo che non è diventato squadra e non soltanto in campo. Rotola la testa di Zeman mentre qualche sedicente nobile la fa franca, ancora una volta. In due anni la Roma ha cancellato quello che Dino Viola e Franco Sensi avevano costruito con fatica ma esponendosi sempre in prima persona, con sacrifici finanziari.
La favola americana e il kindergarten di giovani promesse ha illuso i poveri di spirito e di conoscenze. Quattordici anni orsono Zeman aveva accusato il calcio di essere vittima delle farmacie e degli uffici finanziari. Proprio la finanza, quella delle banche che stanno recitando un ruolo micidiale nella storia del nostro Paese e ora anche del calcio, ha provveduto a dopare la storia, sbattendo ieri il mostro in prima pagina e salvando la propria faccia di bronzo. Ci sono dirigenti, a Roma, che vivono di rendita e non si sa ancora per quali meriti. Franco Baldini è stato l'assistente di Capello in Spagna e in Inghilterra (laddove non ha lasciato memorie storiche), la chiave di lettura di questa vicenda sta nelle sue scelte da Luis Enrique a Zdenek Zeman, passando per qualche ora, stando a radio mercato, a Laurent Blanc, un cognome che serve a riempire la bocca degli affabulatori ma che non ha affatto la personalità per affrontare una situazione così delicata (informarsi a Bordeaux, flop dopo il primo grande anno, e in federcalcio francese). Quando si dice che le responsabilità non sono soltanto di Zeman si fa fessi gli stolti. Responsabilità di che cosa? Dei risultati? Della tattica? Delle scelte di mercato? Spiegare, please, illustrare, oh yes. E se l'allenatore non è responsabile in esclusiva chi ha il coraggio di fare un passo in avanti, chiedendo scusa ai tifosi e alla famiglia Sensi che è stata ogni tanto ricordata con un senso di compassione?
Il colpevole è stato messo in prigione, mentre gli altri proseguono la loro missione. Zeman ha mille colpe, ha recitato il ruolo dell'oracolo in mezzo a una folla di romantici, ma anche invasati, fra questi una fetta della stampa romana. Zdenek Zeman ha perduto la guerra, non una semplice battaglia.
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