
Veloce e aggressiva, concentrata e concreta. L'Inter segna 4 gol alla Cremonese, ma potevano essere molti di più, roba da perdere il conto. Dominante, come usa dire oggi delle squadre forti. Bella, come si è sempre detto di quelle che divertono. L'Inter vince anzi trionfa (4-1) per la quinta volta di fila e almeno per una notte torna al primo affollatissimo posto della classifica. Non era scontato dopo il doppio ko contro Udinese e Juventus. Sono passate appena 3 settimane, eppure è già tutta un'altra storia.
L'obiezione che un po' potrebbe annacquare l'entusiasmo e i complimenti può riguardare il valore degli avversari incontrati e schiacciati uno dopo l'altro, ma la Cremonese di Davide Nicola, oltre ad avere sconfitto il primo Milan di stagione, era arrivata a San Siro imbattuta e con gli stessi punti dell'Inter. La squadra di Chivu l'ha spazzata via con poche mosse e ancora meno tempo: dominio totale in ogni zona del campo, fasce percosse da Dimarco (soprattutto) e Dumfries contro avversari imbelli e costretti a difendersi (eufemismo) costantemente a 5. Barella play con tanto spazio come nessuno mai. Nicola lo affida in prima battuta al centravanti Sanabria. Come non detto, anzi non fatto. Lautaro ispirato prima e accademico poi, quando non serve. Bonny totale, quasi da confonderlo con Thuram, appena un po' meno veloce.
L'Inter è corta e aggressiva, la Cremonese non ci capisce nulla fin dall'avvio e gioca un calcio troppo borghese per i suoi obiettivi: 3 falli nel primo tempo, 8 alla fine, 1 in meno degli avversari. Non può esistere, a San Siro. Dopo 27 secondi già Frattesi sbaglia un gol su centro di Dimarco, dopo 6 minuti Bonny serve a Lautaro il primo assist del suo magico debutto da titolare nerazzurro. Ne arriveranno altri due, oltre al gol del raddoppio, di testa, da furbo, da attaccante. Il Var nega la rete a Dimarco, che si rifà in avvio di ripresa. Chivu non lo sostituisce nemmeno stavolta, gli va di rimarcare le differenze col passato, però toglie Dumfries dopo 9 minuti del secondo tempo, e l'olandese non sembra averla presa benissimo.
Il quarto gol è di Barella, poi è tutta accademia aspettando la fine. C'è spazio persino per Andy Diouf, ed è tutto dire, anzi no, perché il francesino (stavolta da mediano) perde un pallone a metà campo che lancia il contropiede cremonese, gol di Bonazzoli, come già contro il Milan, e niente clean sheet (male Sommer, che prova a parare quando è già dentro la porta). Amen, alla prossima.
La Roma e il Napoli dopo la sosta e soprattutto il resto di stagione diranno la verità su una squadra che sembra tornata perfetta, che di certo non ha più paura di se stessa e che anzi è tornata a spaventare gli avversari.