Dopo sessantuno anni la Roma alza una coppa europea. La conference league offre a José Mourinho la gloria, lui era stato l'ultimo a consegnare un trofeo continentale a una squadra italiana, ancora lui ha ribadito di essere lo special da coppa. Due volti della Roma, prima intelligente dinanzi al calcio polveroso degli olandesi, mai pericolosi nel primo tempo e capaci, in occasione del gol romanista, di una gaffe difensiva, nella persona del mediocre austriaco Trauner che ha confezionato un pallone d'oro per Zaniolo artista di un tocco sotto di grande intuizione e stile ma, dopo troppo rattrappita a difendere il vantaggio. Nonostante l'infortunio, prevedibile, di Mkhitaryan dopo un quarto d'ora, la squadra ha tenuto comunque disciplina di gioco e saggezza in ogni ripartenza veloce, meno fornito Abraham ma azioni rapide sugli esterni con il Feyenoord in evidente affanno fisico oltre che tecnico. Nessuna difficoltà, invece, della terza linea romanista anche se Rui Patricio, in alcune occasioni, non ha offerto immagini di sicurezza nella presa. Zaniolo, oltre al gol, è stato il migliore del gruppo, nessuno può discutere la tecnica e la genialità del ragazzo, Mourinho lo ha scelto con la consapevolezza che il ragazzo, quando è in salute, può cambiare partita e risultato, il futuro di Nicolò è il futuro della Roma, le voci di un contatto con Paulo Dybala sembrano in contrasto con il potenziale del talento italiano.
Le parole durano il tempo per suggerire a Mourinho di togliere dal gioco proprio Zaniolo inserendo Spinazzola, dunque difendendosi perché nella ripresa il Feyenoord ha messo paura per occasioni e ritmo, costruendo due palle gol deviate da Rui Patricio mentre la Roma è apparsa disordinata e fragile in mezzo al campo, con un catenaccio dei tempi eroici. Festa finale, tra Tirana e Roma, due soli colori, il giallo e il rosso, la prima volta della Conference league parla italiano.
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