nostro inviato a Barcellona
È bella. Sensuale. È la più ricercata, fotografata, amata, desiderata. È lei, è rossa, è la solita Rossa. La Ferrari che appena ti accarezza, come quest'anno, è già pronta a tradirti. Come ieri.
La doccia fredda arriva da Barcellona, circuito di Montmelò, riassunto d'asfalto che in poche curve e pochi rettilinei sintetizza difficoltà e velocità che si troveranno da qui a fine stagione su molte piste. La Ferrari non va. Cioè va, ma non come ci saremmo tutti immaginati dopo i quattro podi di fila (3 con vittoria per Seb e un secondo posto di Kimi). Va che «sarà difficile sorpassare ma ci proveremo con la strategia» dice un melanconico Seb Vettel. Va che «si sta rivelando un weekend difficile» aggiunge uno stordito Kimi Raikkonen. Va che Rosberg è in pole e Hamilton davanti a Seb. Va che persino i ragazzini della Toro Rosso hanno messo dietro Kimi.
E dire che le gomme sono quelle della Malesia. Dure e medie. Quelle che a Sepang fu vittoria e in qualifica furono comunque cose belle con Vettel secondo nonostante la iella di Kimi. Ma dalla Malesia sembra trascorso un secolo, non cinque settimane. A Barcellona aria diversa e la sensazione strana di una Rossa pronta a tradire e a maltrattare le illusioni. Almeno in qualifica. Oggi, magari, sarà pure impresa, intanto si dubita, si soffre. Manca quell'atmosfera di sano ottimismo che permeava gli ultimi Gran premi. Come in Bahrein dove persino Raikkonen, secondo al traguardo, era parso un pilota ritrovato. Ieri Kimi invece era il più perso degli spersi. E di nuovo sfortunato. «Purtroppo nel Q3 ho potuto usare solo un treno di gomme perché l'altro era inutilizzabile a causa di un pneumatico abbrustolito nella termocoperta...». Guasto delle termocoperte o pasticcio del box? Non è dato sapere. Comunque la si rigiri: sfiga.
Non è finita. Si diceva di Barcellona circuito che rivela se una monoposto è davvero buona. E qui la Rossa aveva portato l'attesissimo nuovo pacchetto aerodinamico. Ma non ha funzionato come ci si sarebbe aspettati. Mogio Vettel a oltre 7 decimi dalla pole. Confuso Kimi che se la macchina non la sente, proprio non c'è verso di far bene. E infatti «non mi ci sono trovato, per cui ho voluto rischiare e provare, d'accordo col team, a tornare alle regolazioni della SF15T del Bahrein (quando chiuse secondo)... Ovviamente in questi casi se poi ti accorgi che la strada scelta è sbagliata non hai più tempo per tornare indietro». E così è stato. Risultato: 7° a un secondo da Seb.
Morale sotto i piedi anche per il tedesco, «abbiamo usato due configurazioni aerodinamiche diverse» ammette. «Però non andrei nel panico. In gara ci possiamo avvicinare alle Mercedes, anche se è vero: rispetto alle ultime gare siamo più lontani da loro... Qui è difficile sorpassare, ma proveremo ad avvicinarci con la strategia».
Tutti concetti legittimi, ma che rafforzano l'idea di una Rossa bella e confusa e pronta a tradire. Non foss'altro perché l'evoluzione aerodinamica doveva avvicinarla ai rivali e invece si è allontanata di un paio di decimi. E perché Rosberg ha centrato una pole stratosferica. E perché se il team ha assecondato la scelta di tornare alla “vecchia” Sf15T di Raikkonen delle due l'una: o il pilota proprio non ci capiva niente; o il team deve schiarirsi le idee e ha bisogno di comparazioni.
Ad un certo punto si è vociferato persino di una famigerata monetina con cui la Ferrari avrebbe deciso a chi, fra Seb e Kimi, rimontare il vecchio pacchetto aerodinamico. Mica vero. Vista però la confusione, sul momento c'è chi ci ha creduto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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