Sotto questi chiari di luna non ci si aspettava granché. E così la notte di Singapore non porta consiglio. Anzi, l'Inter per ora brancola nel buio. Al debutto nella tournée asiatica, il Manchester United surclassa i nerazzurri sul piano del gioco, Antonio Conte assiste inerme alle difficoltà di un centrocampo in affanno e a un attacco inesistente, che più sperimentale non si può. Almeno la difesa regge, Handanovic è chiamato agli straordinari, ma quel 3-5-2 di base si dimostra un cantiere appena avviato. I Red Devils finiscono così per recitare da protagonisti e pescano il jolly vincente, a 15' dalla fine, con il classe 2001 Mason Greenwood, autore dell'1-0 finale. Poco prima, da segnalare il debutto di Barella mentre dopo l'intervallo Perisic è subentrato da attaccante, come "spalla" di Esposito, per poi finire dietro la lavagna nel dopo partita. Bacchettato dall'inflessibile Conte: «Stiamo lavorando per farlo integrare nella mia idea di gioco, ma le risposte non sono positive» ha dichiarato il tecnico. «Per adesso lo vedo solo come punta perché non è adatto a fare l'esterno sinistro a tutta fascia. Anzi, in quel ruolo ho visto grande applicazione da parte di Dalbert».
L'allenatore prova a mascherare un malessere che però è piuttosto diffuso e si lega alla ramanzina di venerdì in conferenza: «Aspettiamoci di soffrire per tutto il precampionato. I ragazzi sanno che c'è tanto da lavorare, la voglia non manca. Veniamo da giorni di lavoro intenso e tanto ancora ne faremo».
Dalla prospettiva interista, più che per quanto accaduto in campo fanno parlare gli incontri a bordo campo e quelli dietro le quinte. Con Dzeko che potrebbe arrivare sul finire della prossima settimana, Conte è riuscito ad avvicinarsi al suo uomo del desiderio, Romelu Lukaku, per un breve saluto e una pacca nel dopo gara, ma lo vorrebbe davvero per dare sostanza al reparto offensivo. Però lo United non vuole sentir parlare di minusvalenza e a meno di 83 milioni non se ne fa nulla. Così come altissima sarebbe la quotazione di Pogba, anche lui pizzicato a flirtare con il tecnico leccese dopo il 90'. Per parlare fitto, con tanto di mano davanti alla bocca da dare in pasto ai social, dove si ridisegna già uno scenario in cui le due strade si ritrovano dopo l'esperienza comune alla Juve.
Chissà che non se ne discuta domani nel vertice fissato a Nanchino con Zhang, Marotta, Ausilio e ovviamente Conte. Che non dorme sonni tranquilli, perché ora vuole i fatti e perché mercoledì ritrova la Juve da avversario. Le chiamano ossessioni.
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