In poche parole, 27 nomi, Antonio Conte novello ct dell'Italia nazional pallonara, ha detto a Prandelli: non avevi capito niente. L'Italia di Prandelli è stata gentilmente messa alla porta: qualcuno per infortunio (Pirlo e Barzagli non sono certo dimenticati), altri per scelta più o meno definitiva: via Cassano ed era prevedibile, un po' meno altre bocciature. Messa alla porta l'Italia dei gazzosini, che si tratti di Cerci o Insigne, ed anche quella dei super eroi che vivono nell'utopia. Ieri Mario Balotelli ha esordito con il Liverpool e si sono sprecati i «bene, bravo, bis» (intanto non ha segnato) ma basterà meno di un anno per lasciare l'impronta del combina guai. Balotelli non è perduto per la nazionale, come ha fatto intendere Conte, ma prima di tutto conteranno gli atteggiamenti.
Il ct preferisce gli uomini ai bambocci e alcuni richiami alle armi azzurre (Giaccherini vale per tutti) ne sono l'esempio. E ieri lo ha spiegato senza mezzi termini: «Chi arriva deve meritare di rimanere in nazionale, altrimenti non avrò pietà per nessuno. Meglio perderne uno o due e conquistarne 25 piuttosto che perderli tutti. Il talento da solo non ti fa vincere, se non sei Maradona o Messi». Discorso che vale anche per un uomo qualità come Pirlo: «Gli ho parlato, ho voluto sincerarmi che avesse ancora il fuoco sacro dentro. È un combattente come Vidal, mi ha dato disponibilità e mi basta».
Primo raduno azzurro del novello ct: tutti a Coverciano da ieri sera, oggi la nuova Italia comincerà a fare i conti con urla, sbuffi, tattiche, lavoro di gruppo. E tutti attenti ad evitare fuori programma. Conte parlerà di regole. «Quando c'è l'evento voglio che ci siano poche distrazioni, voglio che i giocatori si concentrino sull'evento e non su altre cose: che sia twitter o il gioco elettronico o anche le risate. Ci sono momenti e momenti...Momenti in cui ti diverti e altri in cui devi essere sul pezzo. Sono stato calciatore anch'io. Mi piacerebbe che i calciatori dimostrassero di essere sul pezzo». E non saranno concessi sfoghi sul tipo Buffon post mondiale. «Non l'ho visto come uno scontro generazionale. Gigi sa che si vince e si perde tutti insieme e con me sarà sempre così. Non ci sarà nè la persona da cui dovremo pendere dalle labbra e neanche quella sulla quale scaricare tutte le responsabilità. Per quello poi ci sono io».
Nazionale dei ripescati, c'è solo l'imbarazzo della scelta ed è appunto questa la prima impronta del nuovo corso. Come a dire che il precedente tecnico aveva messo insieme un buon impasto di errori e divagazioni tecnico- tattiche non proprio esaltanti. Conte ha richiamato perfino Giovinco che nel cuor gli sta, ma ha sbaragliato ogni idea sull'attacco proposta da Prandelli. Ci sarà ancora Immobile, unico sopravissuto, torneranno Destro e El Shaarawy (comunque non utilizzabile dal precedente ct per i suoi problemi fisici), Osvaldo e perfino Zaza che Prandelli aveva chiamato per due stages. Attacco nuove facce se non proprio nuova formula. Gente giovane ad abbassare l'età avanzata della squadra volata in Brasile. Eravamo una delle squadre più anziane (27,4 età media su 23 giocatori), stavolta avremo un attacco da 24 anni media età: si va dai 21 anni di El Shaarawy ai 28 di Osvaldo. E l'età media della squadra (però su 27 giocatori) si è abbassata di un anno: 26,5.
Ma la lista dei ripescati è ancora lunga: Giaccherini e Poli, Pasqual e Florenzi, Astori, Maggio e Ranocchia un altro che sta nel cuore del ct. Insomma nazionale ad altro passo: nella testa una miglior inclinazione alla fatica più che al gorgheggio. Italia made in Conte sotto molti profili: faticatori e uomini tosti come si specchiassero nel giocatore che fu.
A parte Barzagli e Pirlo, sono rimasti fuori sette convocati della spedizione brasiliana. In attacco il ct ha dimostrato che si potevano scegliere migliori alternative a Pepito Rossi. Poi c'è lo sfizio Padelli, portiere Toro in omaggio a un buon inizio di stagione. A dimostrare, forse, che nessuno deve sentirsi escluso a prescindere.
Squadra già delineata nelle idee e nella formula tattica, basta dare un'occhio alla distinzione tra difensori e centrocampisti: tutti terzini laterali (Pasqual, Darmian, Maggio, De Sciglio) fra i centrocampisti. Difensori in numero giusto per una difesa a tre. Conte ritroverà il duo difensivo che tanto gli piaceva: Bonucci e Ranocchia.
L'interista si ricongiunge con il suo vecchio allenatore, dopo aver sperato di essere ingaggiato dalla Juve (come il ct gli aveva promesso). Salvo aver tirato un sospirone per non aver cambiato squadra, quando Conte ha salutato la compagnia bianconera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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