Conte e Gasperini capovolgono l'Italia del calcio

Era da 35 anni che, dopo sei giornate, Roma e Napoli non erano in testa assieme

Conte e Gasperini capovolgono l'Italia del calcio
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Domina il Centrosud. Dopo sei giornate di Serie A Napoli e Roma sono davanti a tutte, tenendo dietro - seppure a breve distanza - le grandi del Nord. Un evento simile non accadeva dalla stagione 1989-90 (in quella 2013-14 partenopei e giallorossi erano insieme al comando ma dopo quattro turni): un'altra era calcistica con il massimo campionato a 18 squadre e la vittoria che valeva due punti e non tre. Fu l'annata del secondo scudetto azzurro targato Bigon (in panchina) e Maradona, che in rotta con il presidente Ferlaino minacciò di non tornare a Napoli e saltò le prime cinque gare, e della fatal Verona del Milan che costò ai rossoneri il titolo. Oggi i condottieri sono Conte e Gasperini le cui squadre non stanno certo incantando ma vincono: cinque successi in sei gare. E se il primo difende lo scudetto conquistato dopo un duello accesso con l'Inter, il secondo è uscito dalla "comfort zone" atalantina per cercare gloria nella Capitale.

Cantieri aperti, secondo modalità differenti, a Castelvolturno e Trigoria. Il tecnico del Napoli continua a parlare di stagione complessa: la poca abitudine a due impegni "pesanti" come campionato e Champions, i nove giocatori nuovi da inserire nella rosa che ha vinto il titolo, il dazio pagato agli infortuni con la perdita immediata di Lukaku (sostituito dal brillante Hojlund quasi al gong del mercato) e la difesa decimata, oltre agli ultimi stop di Politano e Lobotka. L'allenatore della Roma ha aggiunto il "risultatismo" al giochismo, si dice sorpreso del perchè qualcuno non dia credito al suo gruppo che, sue parole, sta crescendo di partita in partita: la bravura di Svilar e la fortuna - gli errori sotto porta degli avversari Dia, Orban e Gosens nelle ultime gare più i legni colpiti domenica dalla Fiorentina -, fanno dei giallorossi la retroguardia meno battuta d'Europa (due gol subiti) e stanno ovviando alla sterilità dell'attacco. Roba non da Gasp, ripensando alla Dea arrivata ad alti livelli anche in Europa.

Conte ha una panchina lunga - garantitagli dal patron De Laurentiis per far fronte anche al prestigioso impegno di Coppa - che gli permette di ovviare anche a giornate storte, come i primi 45 minuti contro il Genoa. In casa il fortino del Maradona regge nonostante la fatica fatta per piegare, prima dei Grifoni, Cagliari e Pisa. Gasperini, perfetto finora lontano dall'Olimpico, ha una rosa corta e cambi non all'altezza, dovuti alla scarsa capacità di intervenire sul mercato per i limiti imposti dal Fair Play finanziario ed ecco la mano del tecnico, bravo a organizzare una difesa organizzata, la pressione a tutto campo (un pizzico della sua filosofia calcistica) e a recuperare giocatori già con le valigie - vedi il Baldanzi trattenuto negli ultimi 50 minuti del mercato perchè erano saltati gli altri obiettivi.

Ecco le due facce del primato, le grandi del Nord per ora inseguono e dopo la sosta l'Inter farà visita ai

giallorossi per tentare il sorpasso. Il Napoli sarà sul campo del Torino di quel Baroni che, segno del destino, fu autore del gol dello scudetto 1990. Il campionato che agli albori, come oggi, vedeva il dominio del Centrosud.

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