Sulla carta, non c'è partita. In classifica, la Juventus ha 41 punti più del Toro, non perde una stracittadina da 18 anni e non subisce un gol da 11. Però si sa quel che si dice in questi casi e anche ieri Conte, all'esordio in panchina in un derby visto che all'andata era squalificato, non ha fatto sconti alla tradizione: «Questa non sarà mai una partita come un'altra». E se ci sono giocatori che ammettono di non avvertire alcun sapore particolare, ce ne sono altri che, invece, si godono il sapore della sfida: Chiellini è andato a rivedersi le immagini del match da lui deciso nel 2009, Marchisio vive un perenne derby casalingo con il suocero, Glik ha parlato di settimana santa, Cerci ha promesso sangue agli occhi, lo stesso Conte sta per sposare Elisabetta la cui famiglia è granata doc.
Insomma: anche se sono lontani i tempi in cui sotto la Mole si decidevano i destini del campionato, un certo fascino rimane e non è poi detto che nel prossimo futuro la squadra di Ventura (nel tondo) non possa ambire a posti più nobili della classifica: «Avessimo portato a casa un paio di risultati gettati al vento negli ultimi minuti - ha spiegato proprio il tecnico granata - oggi avremmo una classifica sopra le righe e un'immagine eccezionale: dal momento che non ci siamo riusciti, è giusto essere qui e mettere a fuoco la situazione».
Da squadra neopromossa, il Toro ha comunque fatto il suo e si trova comunque in una discreta situazione: dovesse battere la Juve, la sua stagione sarebbe comunque altamente positiva proprio per i precedenti di cui sopra. «Mi auguro solo che sia una festa per tutta la città - ha aggiunto Ventura, che al termine dell'allenamento di ieri ha fatto aprire i cancelli della Sisport ricevendo l'abbraccio di 4000 tifosi -. L'anno scorso entrambe le squadre hanno vinto i rispettivi campionati e anche oggi stiamo raggiungendo i nostri obiettivi: dovrebbe bastare».
Conte ovviamente ha sottoscritto e, anzi, rilanciato: «Solo il dubbio che possano esserci disordini dovrebbe fare vergognare l'intero nostro sistema calcio. Spero che nessuno trascenda. Da parte mia c'è il massimo rispetto per la storia del Toro, per quello che sta facendo oggi e per quello che spero possa fare in futuro. Dopo di che, vogliamo la supremazia cittadina: dovremo essere al loro livello dal punto di vista della rabbia agonistica, per il resto non abbiamo timori».
E ci mancherebbe altro, viste appunto le premesse. Per di più, Conte ha un rapporto quasi genitoriale con il derby di Torino: il suo debutto con la maglia della Juve è avvenuto proprio contro i cugini il 17 novembre 1991 (pochi minuti al posto di Schillaci) e sempre contro di loro ha segnato sia la prima rete in serie A, sia l'unica doppietta in carriera (10 aprile 1993, vittoria per 2-1). Quei due gol sono finiti dritti negli annali insieme a quello realizzato poi il 3 ottobre 1993 (prima rete nel 3-2 finale) permettendogli di diventare una sorta di ammazza-Toro visto che a nessun'altra squadra avrebbe poi segnato così tanto in carriera.
In totale, il tecnico bianconero ha disputato 14 stracittadine al Delle Alpi con bilancio di 6 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte.
Diventato poi allenatore, negli unici due precedenti vissuti in panchina contro il Toro ha ottenuto due pareggi guidando il Siena. Oggi andrà a caccia di un'altra prima volta per avvicinarsi ancor più al bis tricolore: «Sarebbe lo scudetto della ferocia e della determinazione». Più che sarebbe, sarà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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