Conte e Stramaccioni un posto nel presepe

C onte Crozza è tornato a sorridere e non soltanto a far ridere. La Juventus ha continuato a vincere, sprecando l'impossibile. E l'Inter si è liberata anche del Napoli, dopo aver usato uguale riguardo con Juve-Milan e, appunto la squadra di Mazzarri. Week end al ghiaccio per il meteo ma caldo e confortevole per chi ha visto buon football in diversi stadi nostrani e foresti, l'Olimpico di Roma sabato sera, grazie a Francesco Totti che trascina la squadra più di qualunque allenatore bravo, Zeman compreso ma devo pensare Prandelli escluso, e ieri pomeriggio l'Etihad Stadium di Manchester con finale all'italiana, cori razzisti, invasione di campo e Rio Ferdinand ferito dal lancio di una moneta, non euro ma mezza sterlina, dai tifosi del City di Mancini battuto all'ultimo fiato dallo United che andrà a prendersi il titolo e mette in bilico il tecnico italiano con la solita cafonata di Balotelli, sostituito da Tevez.
Tornando a noi, Conte e Stramaccioni prenotano un posto per il presepe.
Antonio Conte, rilanciato dall'imitazione strepitosa per lui creata da Crozza («mi deve una cena, è diventato più popolare...» ha detto il salentino, la vedo dura considerata l'origine ligure del doriano Maurizio) è stato accolto come un reduce sopravvissuto a chissà quale impresa, come accade dalle nostre parti, prima cornuti e mazziati e quindi applauditi e celebrati, la piazza usa la memoria come la pelle di una parte del corpo. Quattro mesi di squalifica sono serviti a lui e a chi la pensava in modo opposto e contro i quali Conte, nel dopo partita, si è levato qualche capriccio. Un allenatore è sì importante, Conte lo è di certo, ma se non hai una squadra non c'è gruppo (non è vero il contrario) e la Juventus questo ha dimostrato, da agosto a sabato scorso, due sconfitte con Inter e Milan, e poi sempre in percorso lineare, tra le polemiche che da sempre accompagnano le avventure del club bianconero.
A sera l'Inter priva del «noioso» Sneijder (così pensa Moratti stizzito dalle domande) e con ritocchi tattici meno spensierati, ha ricavato il massimo spendendo il minimo. Il Napoli non ha passato la nuttata meneghina, ha sciupato robe da pazzi, ha giocato meglio dell'avversario, ma lo spettacolo non serve se non metti il pallone in rete, cosa che invece ha saputo fare l'Inter.

Dunque alle spalle della capolista lo scenario cambia nuovamente, la Juventus ringrazia perché la vittoria del Napoli le avrebbe creato affanni con una concorrente a due punti, così la corsa si fa lineare, quattro le lunghezze tra i bianconeri e il gruppo di Stramaccioni che pur ha vinto la sfida diretta di Torino. Il campionato è lungo, si dice così, ma ogni volta ci caschiamo e torniamo a giocare con la tombola.

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