A Conte non basta il "cuore che sanguina": serve una rivoluzione e più... "cazzimma"

Il tecnico nervoso per la rosa inadeguata, ma dovrebbe fare autocritica. E Osimhen ha messo sotto scacco il club

A Conte non basta il "cuore che sanguina": serve una rivoluzione e più... "cazzimma"
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Quando Conte sostiene che quasi tutto è da rifondare, dice una verità. Ma non la racconta fino in fondo. Ha scoperchiato il pentolone di una squadra bollita il giorno prima del debutto in campionato, immaginando quello che sarebbe poi puntualmente accaduto: in un mese di preparazione, non si è accorto di ciò che andava (niente) e che non andava (tutto)? Dopo la vergognosa resa di Verona, Napoli ha scoperto che il Napoli non esiste più, parliamo della squadra dei sogni di due anni fa, che poi è la stessa di domenica scorsa: al Bentegodi dieci undicesimi di quelli scesi in campo, sono quelli del fallimentare 10° posto in campionato e l'11° elemento (Spinazzola) è stato il primo ad essere sostituito. Il più forte, il più rappresentativo, l'uomo dello scudetto, non fa parte dei convocati: Osimhen è in rotta con la società, o la società è in rotta con lui, fate voi. Con una squadra da due mesi senza centravanti, il club sottosta al ricatto del nigeriano, in attesa di avere un chiarimento con lui a fine mercato. Nel frattempo, Victor si allena da solo se e quando vuole, il suo contratto da turista di lusso glielo consente, Lukaku fa lo stesso a Londra, ognuno attende le mosse dell'altro e nel frattempo Conte si rode il fegato.

Se rivoluzione doveva essere, come aveva auspicato ADL e come lo stesso allenatore (in ritardo) ha sollecitato, perché attendere la fine del mercato? Il presidente ha messo a disposizione un discreto tesoretto, chi o cosa ha spinto il ds Manna nelle sabbie mobili dell'immobilismo? Sono queste le domande e le perplessità che agitano la piazza, che s'è ingenuamente lasciata illudere dalla carismatica figura di Conte: se la barca non va, non è sufficiente cambiare il timoniere. Occorreva il «repulisti» che non c'è stato e adesso è tardi per cambiare tutto: ieri è stato il giorno di Neres, prelevato dal Benfica, vanno avanti i contatti per i centrocampisti McTominay e Gilmour, servono un altro marcatore affidabile in difesa e una rosa più profonda e di qualità perché tra esuberi, ragazzini e scontenti, quella azzurra non è assolutamente competitiva per i primi quattro posti.

C'è bisogno di un Kvara più motivato e in condizioni migliori (ok gli accertamenti alla testa dopo l'infortunio di Verona) d'accordo, ma quello che manca tremendamente è la fame, lo spirito, la rabbia, la «cazzimma». Negli «Spalletti boys» non c'è più traccia e la cosa è inquietante visto che nemmeno uno come Conte è riuscito a svegliarli.

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