Sport

Conte si fida di Chiellini il garante della Signora

A Napoli il difensore potrebbe tornare a tempo pieno dopo tre mesi. Senza di lui la Juve ha perso 4 volte. E la media punti è precipitata

Conte si fida di Chiellini il garante della Signora

Torino - Il ritorno (possibile) del Chiello. Al secolo, Giorgio Chiellini. Il quale ha riassaggiato il campo domenica scorsa nel finale della partita vinta contro il Siena, fatto in tempo a rimediare una forte contusione alla caviglia destra e a prendersi un bello spavento, salvo poi tirare un sospiro di sollievo e avvicinarsi con un certo ottimismo alla battaglia che andrà in scena a Napoli venerdì. Oggi sarà il giorno decisivo per accertarne la disponibilità, visto che ancora ieri non si è allenato: non dovesse farcela, spazio a uno tra Caceres (reduce da un problema alla schiena) e Peluso.

Ovviamente Conte spera di potere rilanciare il suo numero tre: non vedeva l'ora di riaverlo disponibile e, se i margini di rischio non dovessero essere troppo elevati, lo butterà nella mischia. Davanti a Buffon, per la prima volta dal 9 dicembre scorso (vittoria a Palermo, nel giorno del ritorno in panchina del tecnico leccese dopo la squalifica), si ricomporrebbe così il trio magico, quel Barzagli-Bonucci-Chiellini che ha fatto le fortune della Signora la stagione scorsa (zero sconfitte) e che il popolo bianconero ha imparato a mandare a memoria come lo Zoff-Gentile-Cabrini eccetera di tanti anni fa. Si trovano a meraviglia, le tre sentinelle: la calma olimpica di Barzagli, la spavalderia di Bonucci che ogni tanto rasenta la sbruffonaggine, la fisicità e la grinta di Chiellini: Buffon mescola e gestisce il tutto, i compagni danno la loro brava mano d'aiuto e la Juve si sente serena e tranquilla. Con le statistiche che la confortano, come è quasi logico che sia: con il numero 3 in campo, quest'anno i campioni d'Italia hanno per esempio perso solo contro l'Inter. Nelle altre quattro sconfitte stagionali, Chiellini non c'era e non c'era nemmeno quando la Juve, pur senza essere sconfitta, a sinistra ha patito di tutto.

Fino a Natale, prima che il suo polpaccio facesse crack, la media dei gol presi era di 0,65 a partita, salita poi a 0,82 in sua assenza. Stesso discorso anche per i punti all'attivo: 2,35 con il suo nasone sul terreno di gioco, 1,76 con lo stesso in tribuna. Una tribuna dalla quale ha sofferto e tifato per troppo tempo, al punto da sentirsi anche in obbligo di chiedere scusa tramite facebook qualche giorno dopo essersi catapultato in campo al termine della patita contro il Genoa: era stato il match in cui Granqvist aveva toccato il pallone con un braccio nei minuti di recupero, senza essere sanzionato con il rigore che la Juve avrebbe voluto. Al successivo parapiglia aveva partecipato appunto anche Chiellini, poi squalificato: «Vivere la partita dagli spalti mi ha trasmesso ancora più tensione e, dopo il fischio finale, ho reagito in modo troppo veemente. Noi giocatori dovremmo essere i primi a dare il buon esempio: per questo volevo scusarmi con tutti i tifosi di calcio e gli sportivi in genere per il mio comportamento».

Bene, bravo, bis. Non per la sceneggiata, ovvio, ma per l'ammissione di colpa. Arrivata peraltro da parte di chi per la causa comune è pronto a tutto: basti ricordare l'apporto dato all'azzurro agli Europei, quando scese in campo pur non al meglio anche in finale contro la Spagna con il risultato di aggravare il polpaccio già non al meglio costringendosi a un'estate di recupero. Rientrò poi a Udine, alla seconda di campionato, tenendo botta fino a Milan-Juve, quando la sua assenza non passò inosservata: quindi, il crack del 19 dicembre e l'armatura riposta controvoglia.

Caviglia permettendo, a Napoli il suo elmetto servirà.

Commenti