Torino Schermaglie dialettiche. In attesa di darsele, sportivamente parlando, sul campo. E sperando che i tifosi della curva Sud - già diffidata e in odore di squalifica vera - si diano una regolata. Comunque sia, Juve-Napoli: ovvero Tevez contro Higuain (15 milioni contro 40 scarsi), Pogba contro Hamsik, Pirlo contro Behrami e via... Conte contro Benitez, per forza di cose: per la prima volta uno contro l'altro, dopo che lo spagnolo ha già affrontato tre volte la Signora senza mai perdere. Ieri, appunto, l'antipasto: «Se il Napoli non vincerà lo scudetto, non avrà fatto niente - il parere del campione d'Italia -. Benitez dice che la sua squadra è ancora al 75%, ma hanno gli stessi nostri punti e sono a meno 3 dalla Roma: mi viene da pensare che quando saranno al 100 per 100 non ci sarà più campionato, giusto? Noi invece siamo già al massimo: per questo mi preoccupo se sento che il Napoli non è al top».
Avanti per paradossi, con un po' di sabbia da gettare negli ingranaggi e nelle certezze altrui: «Affrontiamo una squadra che lo scorso anno è arrivata seconda e, ceduto Cavani, ha fatto una campagna acquisti da 90 milioni. Penso che Benitez sia talmente intelligente da capire che il Napoli è obbligato a vincere lo scudetto».
Intelligente. Aggettivo usato pure da Don Raffaè per parlare del collega: «La Juventus è sempre la mia favorita: ha la rosa più forte e lo sa bene pure Conte, persona intelligente». I due si stimano («mi incuriosisce avere a che fare con un allenatore che ha vinto tanto», aveva detto Conte in estate), si stuzzicano ma (per ora?) non si detestano: «Giocheremo con testa e cuore, avremo una grande intensità sin dai primi minuti - spiega Benitez -. Pirlo? Conosciamo la sua forza: non adotteremo una marcatura a uomo, ma non lo perderemo d'occhio. Abbiamo fiducia in noi stessi». Higuain e Hamsik (sei gol in carriera alla Juve) come stelle polari, Callejon e Mertens (favorito su Insigne) come esterni e il desiderio di guardare avanti anche se, nella città della cabala, tutti sanno che centrare l'impresa a Torino - 9 novembre 1986: 3-1 - fa rima con scudetto: «Non penso al passato, ma un nostro successo sarebbe fondamentale per la fiducia. Siamo pronti».
Lo è anche la Juve. Nonostante le assenze di Vucinic, Lichtsteiner, Caceres (con la nazionale) e Chiellini, che non ha recuperato dal guaio muscolare: si tornerà al 3-5-2 («mi hanno tolto il solo terzino rimasto», ha spiegato Conte), Ogbonna affiancherà Barzagli e Bonucci, Pogba spedirà Marchisio in panchina e in avanti ci saranno Tevez e Llorente: «Carlos ha il carisma del trascinatore. Ce lo teniamo stretto e la sua mancata convocazione in nazionale non mi dispiace, così potrà riposare e allenarsi. Higuain è un grande giocatore con il pallino per il gol, mentre Tevez gioca anche per fare un assist: sarebbero potuti arrivare entrambi, ma abbiamo fatto scelte e siamo molto soddisfatti. Ora non cambierei niente con nessuno: sia chiara la cosa».
Parola al campo, quindi.
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