La vigilia che non ti aspetti. Dolcissima sulla carta perché manca un solo punto, da conquistare oggi in casa contro il Palermo, per festeggiare il bis scudetto. Agrodolce nella realtà perché, pur se il minimo mal di pancia manifestato ieri da Antonio Conte dovesse rientrare, rimarrebbe la sensazione che la Juventus tritatutto (almeno in Italia) non sia al momento così unita come la si è voluta fare apparire. Dopo di che, al novantanove per cento i prossimi giorni saranno quelli in cui tecnico e dirigenza si vedranno e comunicheranno la massima unità di intenti e chiarezza di idee: il fatto che però Conte si sia sentito in diritto-dovere di spiegare che «l'uomo vuole rimanere al cento per cento, ma il professionista deve avere chiara tutta la situazione» non depone in favore di un amore a prescindere. «Veniamo da due stagioni straordinarie e io ho bisogno di confrontarmi a bocce ferme con la società - ha aggiunto il tecnico -. Avere le idee chiare è importante: l'anno prossimo sarà molto difficile alzare ulteriormente l'asticella». Cercare il tris in Italia e allungare il cammino europeo almeno fino alla semifinale di Champions viene evidentemente ritenuta impresa ardua se i mezzi saranno quelli attuali: dove per mezzi si intende la rosa a disposizione, il che fa rima con soldi freschi da investire sul mercato. In mancanza di quelli, il professionista potrebbe anche anticipare i saluti: difficile che accada, ma a questo punto non impossibile.
Insomma, vinti due scudetti permettendo alla società di tornare ad un bilancio in quasi parità, adesso Conte chiede (pretende?) giocatori di primissima fascia. I nomi sono più o meno noti: se non Ibrahimovic, uno tra Jovetic e Suarez, magari Higuain, Nani e/o Sanchez, più un difensore e un centrocampista futuribili ma già pronti all'agone. «Non penso ai soldi o al contratto (scadenza 2015, ndr) - ha chiuso l'argomento Conte -. A Bari e Bergamo ho già rinunciato ad accordi importanti perché non credevo nel progetto. L'aspetto economico non conta nulla, sia chiaro».
A corollario di tutto ciò, Juventus-Palermo: «Vincere e basta - è l'imperativo -.
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