Conte vuole battere la sua Juve migliore

Torino - Dove eravamo rimasti? A Juventus-Napoli 3-0 e una classifica che vede i campioni d'Italia ad una sola lunghezza dalla Roma. Quindici giorni e qualche infortunio di troppo dopo, la Signora riparte da Livorno: dovesse vincere, sarebbe la prima volta quest'anno dopo la sosta (in precedenza, pari a Milano contro l'Inter e sconfitta pirotecnica a Firenze). E sarebbe la miglior Juve targata Conte dopo 13 giornate di campionato: due stagioni fa i bianconeri erano arrivati a quota 29, lo scorso anno si erano fermati a 32 «per colpa» di Marchetti, protagonista di una prestazione mostruosa allo Stadium. Battere la squadra di Nicola spingerebbe Buffon (che oggi festeggia le 500 partite in serie A) e compagni a 34 punti, in attesa della Roma domani: «Il nostro è un ruolino di marcia impressionante, leggermente offuscato solo dal cammino della Roma».
Con qualche acciacco in più del previsto, anche. Il che, unito alle squalifiche di Bonucci e Ogbonna, costringerà Conte a qualche equilibrismo difensivo: Vidal sarà quasi certamente schierato da centrale, con Caceres (arrivato dall'Uruguay solo giovedì) e Chiellini esterni. Barzagli (ko con l'Italia) non è stato nemmeno convocato ed è in dubbio anche per la decisiva partita di Champions di mercoledì contro il Copenaghen: «Chi ha scritto che ha lasciato l'azzurro pensando alla Juve lo ha fatto con cattiveria ingiustificata. Andrea tiene moltissimo a tutto quel che fa, pure troppo».
Serviti i malpensanti di professione, Conte rinuncia comunque a mettere le mani avanti: «Nessun alibi, le assenze semmai dovranno darci motivi ulteriori per fare bene sfruttando la nostra qualità e organizzazione». Con Vidal arretrato sulla linea difensiva, a centrocampo spazio a Pogba, Pirlo e Marchisio. Con i primi due che hanno sempre i riflettori addosso: «Mi auguro che Andrea continui con la stessa fame, voglia e intensità. Rimarrà con noi? I campioni sono importanti, se si vuole vincere». Agnelli e Marotta prendano nota.
Idem dicasi per Pogba, pure lui in attesa di allungare il contratto: «Ha le qualità e la voglia per diventare un grandissimo.

Ci vuole la testa, oltre il talento: ho visto tanti giocatori più forti di me che sono finiti tra i dilettanti, mentre il sottoscritto ha giocato 13 anni nella Juve». Diventandone pure capitano e vincendo tutto il possibile.