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Contro caos e Asl "tifose" in campo il governo: "Dobbiamo uniformarle"

Il ministro Gelmini: "Prese decisioni diverse su casi simili". Vezzali: "Serve una cabina di regia"

Contro caos e Asl "tifose" in campo il governo: "Dobbiamo uniformarle"

Un nuovo protocollo, l'ennesimo, una nuova cabina di regia, l'ennesima. L'uno e l'altra, col solito ritardo all'italiana, sono diventati indispensabili per disciplinare il grande caos nel quale le diverse Asl sparse nelle regioni e affezionate alle rispettive squadre di riferimento, hanno fatto precipitare la ripresa della serie A. Lo scenario, clamorosamente asimmetrico, ha provocato le seguenti conseguenze: 4 partite (Atalanta-Torino, Bologna-Inter, Fiorentina-Udinese e Salernitana-Venezia) non disputate, tutte precedute da condizioni diverse tra loro mentre il Verona (10 calciatori positivi più 3 dello staff) e Milan (5 positivi) hanno giocato. A Napoli poi si è verificata la condizione limite: Asl 1 e Asl 2 hanno messo in scena un buffo derby di provvedimenti, uno in contrasto con l'altro. Indispensabile disciplinare la materia.

Così il primo giovedì dell'anno si è aperto con la pubblicazione della nota della Lega di serie A firmata dal presidente Dal Pino intervenuto dagli Usa che ricalca, nella parte più rigida, i paletti stabiliti dall'Uefa per le partite delle coppe europee. Eccoli: «La gara sarà disputata purché il club in questione abbia almeno 13 calciatori (di cui almeno un portiere) tra prima squadra e primavera (nati entro il 31 dicembre 2003)». Solo nel caso non ci fossero i 13 disponibili, la Lega sospenderà la partita. Altrimenti il destino è segnato: 0-3 a tavolino e 1 punto di penalizzazione. I casi di forza maggiore dovranno essere comunicati via pec il giorno prima alla Lega.

Il provvedimento è andato in vigore subito e il giudice sportivo, in prima istanza, potrà farvi perciò riferimento. La Lega Calcio in serata ha esplicitato la sua posizione con «l'auspicio che non intervengano più le ASL con provvedimenti confusi e incoerenti che stanno creando gravi danni al sistema sportivo, con devastanti impatti economici». E ancora: «Resta fermo il convincimento che le decisioni delle varie ASL, per diverse ragioni, siano illegittime, pertanto la Lega Serie A ricorrerà presso tutte le sedi opportune». Le reazioni non sono state tutte di segno positivo. Urbano Cairo, presidente del Toro, ha obiettato: «Bisogna salvaguardare il campionato ma anche il merito sportivo. Non ha senso far giocare i primavera. Misure prese in fretta a furia». Beppe Marotta, ad dell'Inter, ha puntato sui vaccini. «Bisogna obbligare i calciatori a effettuare la terza dose». Sacrosanto! Ma la vera svolta è arrivata dal governo. Prima Valentina Vezzali, sottosegretario, poi il ministro Maria Stella Gelmini («anche negli ultimi giorni abbiamo avuto diverse decisioni e diverse interpretazioni di situazioni apparentemente analoghe... Il nostro comune interesse è quello di garantire la regolarità del campionato»), hanno puntato su una cabina di regia, estesa a regioni e Lega che ne ha fatto esplicita richiesta, per disciplinare e rendere uniformi gli interventi delle Asl. Appuntamento a mercoledì prossimo. Nel frattempo qualche presidente (Iervolino della Salernitana), preoccupato dalla svolta, ha già chiesto la sospensione del prossimo turno mentre il vice-presidente del Venezia, Cardinaletti, si è lamentato dell'aspetto economico («per venire a Salerno abbiamo speso 50mila euro»).

Per la serie guardiamo al dito che indica la luna invece che alla luna stessa.

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