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Coppa Italia alla favola Cremona

La squadra-famiglia di patron Vanoli e Meo Sacchetti piega Brindisi

Coppa Italia alla favola Cremona

Famiglia, azienda, squadra. Il commendator Vanoli piange sulla prima coppa Italia vinta dalla sua squadra di basket nel nome di Cremona. Come Luzzara nel calcio lui entra nella storia della città e dello sport in cui ha creduto anche in A2, lui e Meo Sacchetti, figlio aggiunto in una bella famiglia, che vince la terza coppa Italia in carriera, dopo le due a Sassari, generale di una piccola armata che nella finale fiorentina batte 83-74 Brindisi, altra splendida protagonista delle giornate al Pala Mandela dove sono cadute subito, senza scuse, le favorite, le più ricche: prima Milano e poi Venezia.

Cremona impeto e assalto, avanti dal 1° minuto, e non soltanto per il 13 su 30 col tiro da tre, ma in questa finale anche squadra vera se alla fine fra i grandi protagonisti, due italiani, si sono presi applausi e carezze dai veterani: Ricci (6 punti) e Ruzzier (12). Certo partitona di Crawford (18), il figlio del grande arbitro Nba, eletto Mvp della finale, ma Travis Diener (8 p. 6 assist) anche con le gambe piene d'acido è stato magistrale in partenza e saggio quando la palla scottava di più dopo la strepitosa semifinale del giorno prima con i 26 punti segnati alla Virtus Bologna che era sulle nuvole della felicità dopo il colpaccio contro la squadra di Armani. Il colonnello vero custode dell'Alamo di Sacchetti, una squadra nata per salvarsi, corsara nella stagione, regina nel momento in cui serviva essere gruppo. Letale anche Saunders (18), utilissimo Aldrige come Mathyan 8 punti e 8 rimbalzi. Tutti primi nel cuore di un allenatore che magari non piace a tutti, ma che nella sostanza trova in panchina la gloria che già aveva avuto come grande giocatore per la nostra Nazionale che ora deve guidare al mondiale.

Brindisi di super Vitucci, bravissimo, ha avuto il massimo dal mancino Brown (21 p., 8 r.), e una partita speciale da Tony Goffney (19 p.) veterano di Boston, ma non è bastato. Costretta ad inseguire alla fine, senza Banks scavigliato, si è dovuta arrendere per la tristezza del suo popolo che l'aveva seguita al Pala Mandela.

Ora per Romeo Sacchetti una coppa di vino buono e poi, insieme a Ricci e al Moraschini di Brindisi, via verso Varese dove venerdì sera la nostra nazionale chiederà all'Ungheria il passaporto per andare ai mondiali in Cina.

Speriamo che abbia fortuna come a Firenze anche se non è stata certo soltanto buona sorte la vittoria in finale.

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