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Le coppe del giovedì. L'asticella dell'Europa che "misura" l'Italia

Atalanta e Roma nei quarti dei due tornei minori. Gasp: "Mai un peso per il ranking..."

Le coppe del giovedì. L'asticella dell'Europa che "misura" l'Italia

Il livello del calcio italiano sono oramai le coppe del giovedì. Un dato di fatto, visto che le uniche superstiti a livello internazionale sono l'Atalanta in Europa League e la Roma in Conference League, ma anche una considerazione che nasce dalle prestazioni fornite in tempi recenti dai club di Serie A contro squadre appartenenti all'elite europea, oppure solamente ai campionati top (difficile infatti includere il Villarreal nella categoria prima citata). Attualmente Europa e Conference League sono gli unici trofei alla portata delle italiane. Diversa però la natura dei due impegni.

L'Atalanta si trova di fronte la squadra più in forma delle otto rimaste nel torneo, il RB Lipsia, reduce da un prima parte di stagione deludente che ha provocato l'avvicendamento in panchina tra Jesse Marsch e Domenico Tedesco. Si può affermare che l'Atalanta odierna sia come il Lipsia di inizio stagione, ovvero una squadra altalenante che, pur dotata di una forte identità calcistica, non riesce a trovare continuità di gioco e risultati come in passato. Tra gli uomini di Tedesco il fuori categoria è Dani Olmo, l'ex canterano del Barcellona che quest'estate è stato in procinto di tornare a vestire la maglia blaugrana, non fosse che la pesante situazione debitoria dei catalani ha impedito di sborsare i 50 milioni richiesti dal Lipsia. Dani Olmo lasciò Barcellona a 16 anni perché chiuso dal sudcoreano Lee Seung-Woo, considerato dai catalani il futuro craque da plasmare nella Masia. Uno dei più grossi abbagli nella storia del Barcellona, visto che oggi Lee è senza squadra, mentre Dani Olmo è un pilastro della nazionale spagnola, oltre che del Lipsia.

Quello dello spagnolo e della Red Bull è un mondo totalmente diverso da quello del Bodø/Glimt, che torna ad affrontare la Roma dopo lo storico 6-1 nella fase a gironi. L'unico punto in comune tra le due squadre è una proposta calcistica fortemente identitaria. Pochi mezzi e tante idee per il tecnico Kjetil Knutsen, l'opposto di Josè Mourinho non solo dal punto di vista della spettacolarità del calcio prodotto, ma anche per storia e background. Agli inizi di carriera Mou fu vice di grandi tecnici quali Bobby Robson e Louis van Gaal, mentre Knutsen lo è stato di Aasmund Bjørkan. Quando quest'ultimo conquistò la promozione nella massima divisione norvegese, decise di farsi da parte e promuovere Knutsen, riconoscendogli qualità manageriali superiori alla media e passando dietro alla scrivania con il ruolo di direttore tecnico. Una scelta che ha fatto la fortuna del Bodø/Glimt: grazie al lavoro in sinergia della coppia, la squadra del Circolo Polare Artico ha vinto due volte consecutive il campionato norvegese, nel primo caso stabilendo diversi record (vittorie stagionali, gol segnati e punti totalizzati), e il mese scorso è diventato il primo club norvegese a raggiungere i quarti di una coppa europea nel nuovo millennio.

L'ultimo fu il Vålerenga nel 1999, eliminato dai gol di Zola e Vialli del Chelsea.

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