Nel match infrasettimanale contro la Fiorentina del prossimo 26 settembre, l'Inter dovrà fare a meno dell'apporto della Curva Nord, cuore del tifo nerazzurro. Lo ha stabilito il giudice sportivo Tosel che ha deciso di chiudere il secondo anello verde di S.Siro per via dei cori razzisti che erano stati intonati da alcuni tifosi del Biscione ai danni di Pogba ed Asamoah durante la partita contro la Juventus. Non solo: la società è stata anche multata per l'uso di laser contro i giocatori della squadra avversaria e uno striscione offensivo nei confronti di Conte e dovrà versare 15mila euro.
È ancora tolleranza zero, dunque, verso gli episodi di razzismo dopo che l'Italia si è adeguata alle norme imposte dalla Uefa per gli episodi di discriminazione territoriale e razziale. Questo è il terzo caso di chiusura di una curva dopo quelli che avevano visto come protagoniste le squadre della Capitale. La curva dell'Inter non è nuova ad episodi di questo tipo. La scorsa stagione il club pagò 150mila euro di multe per gli atteggiamenti razzisti della propria curva. Senza considerare gli striscioni molto offensivi esposti in passato nei confronti dei tifosi del Napoli e della loro città. La reazione della Nord, però non si è fatta attendere. Franco Caravita, leader storico degli ultras nerazzurri, giura che la curva non è razzista. «Ma quale razzismo? Tante curve fanno i buu razzisti per lanciare un messaggio, per farsi riconoscere. Non è il nostro caso, allo stadio e in curva Nord abbiamo anche un sacco di ragazzi di colore con cui facciamo anche le trasferte. Questa polemica e questa decisione non hanno senso d'esistere».
Inter-Fiorentina però sarà un match sotto osservazione anche per via delle recenti polemiche arbitrali a cui ha dato vita la squadra viola dopo i presunti torti subiti contro il Cagliari.
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