Fuori Conte, fuori Hakimi, fuori Lukaku, fuori persino Eriksen dopo il dramma vissuto agli Europei, ma per fortuna non è uscito Marotta. Contrariamente a chi è sceso subito dalla nave nerazzurra, non appena aveva iniziato ad imbarcare acqua, per inseguire progetti e ambizioni personali, il dirigente varesino si è rimboccato le maniche, non si è scoraggiato nemmeno di fronte alla muraglia cinese e ha ripreso a remare in un'unica direzione, quella che avrebbe dovuto tenere l'Inter a galla tra la concorrenza. Anzi, ad onta delle previsioni disfattiste di molti osservatori, i nerazzurri sono ripartiti alla grande.
Grazie a Simone Inzaghi, certo, ma anche al fiuto di chi è andato a prenderlo alla corte di Lotito, dove Inzaghino viveva nell'eterna incertezza e da profeta in patria non era apprezzato a dovere. Ma soprattutto grazie al mercato di Marotta che ha saputo trovare i tasselli giusti per aggiustare la nave che i cinesi stavano portando in acque agitate. Prima Calhanoglu, con tanto di dispetto ai cugini rossoneri (che non guasta mai), poi Dzeko che certo non ha l'età dalla sua parte ma è uomo navigato per il nostro campionato e può saltare anche qualche partita senza offendersi, quindi Dumfries che non abbiamo praticamente ancora visto all'opera, ma che ha tutte le credenziali per dare un apporto di esperienza.
Infine il colpaccio dell'ultima ora, quel Correa che a Verona ha già ripagato Inzaghi e il direttore generale della fiducia e dei soldi spesi per il prestito (5 milioni) in attesa di un riscatto (da 25) a questo punto più che ipotizzabile.
Non solo, ma Marotta adesso guarda già al futuro e, sempre in tema di derby-mercato, avrebbe già prenotato il francese Faivre, centrocampista del Brest già nel mirino del Milan. Se l'Inter difenderà lo scudetto fino in fondo dovrà ringraziare il suo ad. Altro che Conte e Lukaku.
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