Il 23 luglio scorso un gruppo di amici si è riunito di fronte a un notaio per costituire una società. Succede, anche nell'Italia alle prese con la crisi. Ma la peculiarità di questa società è che è composta solo da nomi di spicco dell'imprenditoria e dell'economia italiana legati tutti, caso vuole, dal tifo per l'Inter. Anche la società stessa ha un nome che non lascia dubbi: Interspac srl. E se ci fossero dubbi sulla connotazione, ecco il logo, un Duomo stilizzato a tinte nerazurre. Tredici tifosi, sì ma non tifosi qualunque. Il presidente della società è il manager Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici italiani e già commissario per la revisione della spesa pubblica e presidente del Consiglio incaricato prima della formazione del governo Conte. Con lui nomi di spicco come l'ex top manager di Unicredit Dario Frigerio, il costituzionalista Roberto Zaccaria, il deputy Ceo di Azimut Marco Rognoni, l'ex presidente di Milano sport Pierfrancesco Barletta e l'avvocato Alessandro De Nicola. Il gruppo potrebbe entrare a far parte attivamente dell'Inter magari rilevando una quota di minoranza della società per sostenere l'azione del gruppo Suning. Tecnicamente, lo scopo di Interspac è genericamente «l'acquisizione e lo sviluppo di partecipazioni in società focalizzate nello sport business», ma un advisor è al lavoro per conto del gruppo, per valutare la possibilità e le opportunità per investire nel capitale nell'Inter. L'analisi è in corso ma il progetto c'è ed è concreto e i tempi comunque non saranno eccessivamente lunghi. Sarebbe un unicum in Italia: imprenditori e professionisti uniti dall'amore per una squadra che entrano in società. «Ma la cosa è ancora molto vaga...», spiega il professor Cottarelli cercando di non sbilanciarsi.
Com'è nata questa idea?
«C'è questa società, un gruppo di persone che si sono messe insieme per valutare l'opportunità di investire in società sportive. Ma al momento niente di particolarmente eccitante, c'è un po' di incertezza...».
Il sogno di ogni tifoso è entrare nella propria società del cuore.
«Questa società ha un'indicazione generale di investimenti in società sportiva, non è che c'è una particolare società».
La società è una, l'Inter. L'obiettivo è rilevare le quote di Thohir?
«L'obiettivo è considerare possibili investimenti, più in là di così non posso andare».
Quindi investire nell'Inter...
«Non posso confermarlo. Lo statuto parla di investimenti in società sportive... Posso però confermare che sabato andrò a vedere Inter-Udinese».
E che martedì non ha preso bene l'eliminazione dell'Inter dalla Champions.
«Non ho potuto vedere la partita perché ero in tv però mi sono incavolato davvero, non è possibile. Davvero una cosa da Inter».
Ora però è arrivato Marotta.
«Questo è molto importante, sono molto contento. Mi fa pensare a quando negli anni '60 la Juventus ci ha preso Italo Allodi dall'Inter, magari speriamo che questo sia il caso contrario».
Ma in prospettiva le piacerebbe lavorare in un'Inter con Marotta?
«Non posso rispondere a questa domanda. Le dico solo che Marotta è un grande professionista e sono molto contento che sia venuto all'Inter».
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