
La Cremo ci ha preso gusto e non vuole smettere di stupire. Mai nella loro ultracentenaria storia i grigiorossi erano partiti così forte in Serie A. La Cremonese, infatti, è tuttora imbattuta in campionato (unica squadra insieme alla Juventus, ndr) e ha conquistato ben nove punti nelle prime cinque giornate. Tanta roba per una neopromossa che si è concessa il lusso di aprire la stagione, sbancando la Scala del calcio. Il successo del 23 agosto per 2-1 a San Siro contro il Milan è già entrato a far parte della storia del club del Cavalier Arvedi. Così come il pari imposto con personalità alla squadra più ricca del nostro calcio (il Como) sabato scorso. Risultati di prestigio e per nulla casuali che portano la firma di un demiurgo speciale: quel Davide Nicola che anni confeziona imprese e miracoli in serie in giro per l'Italia. Eppure sempre snobbato e bistrattato dalle società di medio-alto livello. Un peccato. Meglio così per la compagine lombarda che ora veleggia dritta verso la salvezza, sognando magari anche qualcosa di più. Un passo alla volta.
Desideri leciti alla luce delle prestazioni fornite e del fatto che il grande colpo del mercato estivo (il cannoniere inglese Jamie Vardy) di fatto non sia ancora stato utilizzato salvo un paio di spezzoni. Dopo la sosta l'esperto goleador dovrebbe essere a pieno regime, così da permettere alla Cremo di fare un altro e ulteriore salto di qualità. Mica male.
L'Inter avversaria sabato alle ore 18 a San Siro è avvisata: guai a sottovalutare questa Cremonese, che tra l'altro sa bene come trionfare al Meazza. Solida dietro (solo 4 reti subite) e incisiva davanti con tanti attaccanti a caccia dell'annata della definitiva consacrazione o riesplosione (Bonazzoli e Sanabria in primis) a comporre il bel mix escogitato dal ds Simone Giacchetta. Tornando a Nicola: dopo i capolavori delle salvezze acciuffate con Crotone e Salernitana e i subentri decisivi per la permanenza in A di Genoa, Torino ed Empoli l'anno scorso era approdato a Cagliari, dove - nonostante il traguardo sportivo di una salvezza tranquilla raggiunta - non è scoccato il feeling col presidente Giulini.
E così a giugno c'è stata la separazione col Casteddu e lo sbarco a Cremona.
Bene così per i grigiorossi, anche se curriculum alla mano la sensazione diffusa negli ambienti di mercato resta sempre la stessa: se l'allenatore torinese invece che Nicola si fosse chiamato Nicolau o Nicolavic probabilmente sarebbe apparso più glamour agli occhi di molti presidenti e oggi siederebbe sulla panchina di una delle formazioni che partecipano alle coppe europee