Sei minuti di follia, un altro passo falso solo sfiorato e, sullo sfondo, la gara di domenica contro la Roma che a questo punto diventa fondamentale. Perché nessuno si sarebbe aspettato di vedere il Rijeka uscire da San Siro con una vittoria, ma anche la vittoria per 3-2 del Milan nella gara di Europa League ha comunque del clamoroso. Per come è arrivata, con due reti subite negli ultimi dieci minuti; ma soprattutto per la prova messa in campo dai rossoneri. L'antidoto migliore, la vittoria, per provare a ritrovare la tranquillità perduta. Montella si aggrappa al predestinato Cutrone, per riprendere un po' di colorito e tornare a respirare. Un successo che consente ai rossoneri di rimanere in vetta al girone con 6 punti e poter ora preparare il match di domenica contro la Roma con relativa calma. Sfida aperta ancora una volta da André Silva, al sesto gol in Europa League dopo la doppietta allo Shkendija e le tre reti all'Austria Vienna. E chiusa da Cutrone nella ripresa, con gli scivoloni di Bonucci e Romagnoli nel finale che hanno riaperto clamorosamente la gara.
Quanto successo in campo non fa passare in secondo piano la settimana di passione di Montella, con l'allontanamento del preparatore atletico Marra e la candidatura, indiretta, di quell'Ancelotti fresco di esonero dal Bayern Monaco: «Ci dispiace per lui, ma noi ci teniamo stretto Vincenzo». Le parole del ds Mirabelli, scontate e prevedibili, non servono a nascondere la rabbia della società, che ha messo nel mirino la prova di domenica: servirà una reazione d'orgoglio contro i giallorossi, match che potrebbe decidere il futuro del tecnico.
E pensare che i modesti croati del Rijeka avrebbero anche potuto essere un avversario ancora più ostico: pressing alto, Milan lento e prevedibile e quell'occasione clamorosa non sfruttata in avvio (3') da Heber che ha fatto tremare San Siro. Il Milan del primo tempo, fatto salvo per il bellissimo gol dell'onnipresente Silva, è ben poca cosa: qualche combinazione Calhanoglu-Borini e poco altro. Con una prestazione, la prima del dopo Emanuele Marra («Ognuno è responsabile di ciò che gli accade», le parole dell'ex preparatore atletico del Milan), dal punto di vista atletico poco eccelsa. Nella ripresa Rijeka subito avanti con Misic (tiro bloccato da Donnarumma) e Milan che segna con Musacchio su calcio d'angolo: 2-0 e gara sulla carta chiusa. Perché nel finale Bonucci e Romagnoli si dimenticano di essere due atleti di livello e regalano prima il gol ad Acosty e poi il rigore del 2-2 a Elez. Nel finale, poi, in pieno recupero il 3-2 di Cutrone che salva capra e cavoli. Per ora.
Tra i saluti a Totti, presente in tribuna, gli auguri all'ex presidente Berlusconi per il compleanno di oggi (Auguri Silvio lo striscione della Curva Sud e dell'AIMC), e i vigili chiamati ad eliminare i fumogeni lanciati in campo dai tifosi croati, il Milan archivia la pratica Rijeka e si lancia
ora verso la Roma. Un successo darebbe nuovamente smalto a squadra e tecnico, una sconfitta aprirebbe ufficialmente la crisi. Con Montella costretto a convivere con l'ombra di Ancelotti: proprio come fu per Terim nel 2001.
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