Dai croati a Spalletti squadra senza eroi e idee

di Riccardo Signori

L'importanza di un campione non dipende da quante partite ti fa vincere o perdere, ma da quante sono le partite nelle quali riesce a determinare la forza di una squadra. Ancora una volta l'Inter ha scoperto di non avere campioni, in campo o in infermeria, ma neppure un'idea di leader per il futuro. Neppure l'idea di un gruppo sul quale contare. Anzi, il clan amici croati rischia perfino di dar ragione alla moglie del nemico argentino: servite a poco, svegliatevi, giocate per quanto dice il vostro stipendio e la classe. Vi hanno messo alla prova, vi hanno tolto il bubbone da spogliatoio. E voi? Siete durati qualche partita, avete dimostrato che uniti si vince ma per poco. Ora è bastato il bel gioco del Cagliari e siete nuovamente deflagrati. Peggio: perfin superati in classifica dal Milan. Sarà un testa a testa, d'accordo. Ma Lautaro Martinez ci ha messo il suo, però non basta un bomber: Icardi docet. E non si intravede l'idea di un allenatore che risolva non tutto, ma qualche problema. E se ogni tanto la squadra giocasse meglio? Quando uno afferma: «Non è il primo calo e forse neanche l'ultimo», cosa dirgli? Hai ragione, lo sanno tutti. Non è nemmeno il primo anno nel quale l'allegra brigata produce vistosi cali, dormite generali, un bel letargo invernale. Però un allenatore deve pur risolvere qualcosa. I tifosi son divisi tra le accuse al farsi male da soli e l'indice contro lo Spalletti che ha messo in imbarazzo il povero, desolato, certamente (!) sottopagato Icardi. Inter senza eroi e ormai senza veli: ha un popolo tifoso, ma non ha una squadra. Il +8 sul Milan si è volatizzato alla stessa velocità in cui sono decollate le polemiche su Icardi. La squadra ha perso con lui e senza di lui. I croati hanno perso la loro battaglia. Maurito e signora hanno prodotto danni, comunque si guardi la storia: inutile aggrapparsi alla statistica dei suoi gol. Il futuro dice che, per l'ennesima volta, l'Inter dovrà prodursi in un piazza pulita, trasmissione cult per la popolazione nerazzurra. Oggi il Milan le sta davanti, Icardi non si sa dove sta. Il problema sarà risolto: non si può essere malati a vita. La coppa europea è ancora un obiettivo, i padroni cinesi vanno tenuti presenti: non sanno assoggettarsi alla nostra filosofia del due pacche sulle spalle e tutto come prima. In altri tempi i bizzarri interisti sarebbero finiti a raccogliere riso, oggi potrebbero finire a raccogliere i cocci delle balordaggini calcistiche. Il ko con il Cagliari è l'ultimo campanello d'allarme: oltre, c'è l'ennesima stagione buttata. Ranocchia centravanti è la miglior trovata dello Spalletti milanese, ma è stata la dimostrazione che l'allenatore è già andato oltre l'ultima spiaggia.

Perfino Skriniar comincia a subire l'inconfondibile virus che ha sgonfiato ipotesi di campioni. Nainggolan sta cercando di sconfiggere la sua maligna controfigura di mezzo campionato. Le forze del bene e del male calcistico stanno combattendo una titanica guerra: il solito film nerazzurro.

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