Dalle parole ai fatti, il metodo Conte fa rima con scudetto

Dal "chi vince fa la storia, gli altri la leggono" a "i secondi sono i primi degli ultimi"

Dalle parole ai fatti, il metodo Conte fa rima con scudetto
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Prendere squadre in crisi, rivitalizzarle in un amen e riportarle in pochi mesi alla vittoria. Ormai si può tranquillamente parlare di Metodo Conte. Il tecnico salentino si sta, infatti, specializzando nel ruolo di problem-solver. Dategli una formazione in grande difficoltà e - statene certi - la riporterà alla vittoria nel giro di un anno. È successo nella stagione 2011/12 alla Juventus, ereditata dopo due settimi posti di fila e arrivata con Conte in panchina allo Scudetto al primo colpo. Stessa cosa al Chelsea nel 2016/17: i Blues prima dell'avvento di Don Antonio in panchina erano reduci da un deludente decimo posto. Stesso piazzamento del Napoli della scorsa stagione e ora a un passo dal tricolore. Merito dell'effetto Antonio Conte, appunto. Uno che sa entrare, immediatamente, come nessun'altro nella testa e nel cuore dei suoi calciatori, che lo seguono a occhi chiusi. Vittorie in serie che fanno rima alla fine dell'anno con Scudetto.

Dovesse arrivare primo al traguardo anche stavolta coi partenopei, l'allenatore salentino conquisterebbe il sesto campionato della sua carriera dopo i tre conquistati con la Juve e quelli alla guida di Chelsea e Inter. Senza dimenticare le due promozioni dalla B alla A centrate con Bari e Siena a inizio carriera. Un allenatore ossessionato dalla vittoria, tanto da aver chiamato così anche la figlia. D'altronde «Il secondo è il primo degli ultimi» come è solito recitare alla stregua di un mantra. Parole a cui sabato sera, dopo il successo sul campo del Lecce, ha aggiunto un'altra celebre massima contiana, rispolverata appositamente per l'occasione: «Chi vince fa la storia, gli altri si limitano a leggerla...». Della serie: nel calcio conta soltanto arrivare primi. Come dargli torto.

Al tempo stesso se non viene accontentato, Conte ci mette poco ad andare via. Lo sanno bene Juve e Inter salutate a causa di piani di rafforzamento giudicati non all'altezza. Il suo contratto scade nel 2027, ma per restare vuole garanzie da parte di De Laurentiis dopo il deludente mercato invernale (Kvaratskhelia non sostituto). Motivo per cui servirà un faccia a faccia tra allenatore e presidente.

Sullo sfondo le sirene della Juventus, che si è pentita di non aver riportato Conte all'ovile un anno e adesso vorrebbe affidargli la rifondazione bianconera. ADL permettendo. Il Patron azzurro, infatti, punta a trattenerlo a Napoli e per questo potrebbe mettere mano al portafogli per una campagna acquisti di livello per puntellare, adeguatamente, la rosa.

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