Non parla in milanese come Mourinho. Anzi, se è per questo non dice una sola parola in italiano, ma del resto la prima volta che l'Inter lo ha contattato "è stata un paio di settimane fa". E non ha il ciuffo ribelle né l'eleganza stilosa di Roberto Mancini. Frank De Boer si presenta in tuta, come a voler mettere subito in chiaro che lui è un uomo di campo senza velleità da manager, si esprime in inglese secondo i canoni internazionali del nuovo corso nerazzurro e con la sua espressione cordiale ma seria mostra di aver capito al volo cosa ci si aspetta da lui: "Sono qui per riportare questo club dove merita, cioè stabilmente in Champions League. Abbiamo solo 15 giorni prima dell'inizio del campionato ma già contro il Chievo dovremo farci trovare pronti".
Arriva in una squadra costruita per un altro allenatore e in un campionato che non conosce, ma quando gli chiedono se è preoccupato non si scompone: "Chiaramente non è la situazione ideale, però questa rosa ha più talento ed esperienza rispetto alle mie precedenti e sono convinto che imparerà in fretta. Per ora voglio che restino tutti, conosco i giocatori dai video ma quando li vedi sul campo possono sorprenderti in un ruolo diverso. Banega? Credo possa fare il regista, poi più avanti valuteremo".
Mercato in uscita congelato, dunque, a cominciare da Icardi per il quale il Napoli non si è ancora rassegnato arrivando a offrire 60 milioni: "Per me è molto importante e resterà - si sbilancia De Boer - può imparare tanto perché è giovane ma ha già dimostrato di essere fantastico e per il mio modulo va benissimo". Già, il suo modulo. Ma quale sarebbe il suo modulo? L'olandese predilige il 4-3-3 e il 4-2-3-1, "comunque dovremo essere bravi a cambiare spesso per mettere in difficoltà gli avversari. La Serie A si è evoluta e adesso in Italia si gioca un calcio molto moderno".
Vedremo se già stasera ad Ancona contro il Borussia Moenchengladbach (calcio d'Inizio alle 20.45, diretta su Sky) un'Inter priva di Candreva, Brozovic e Palacio sarà in grado di giocare all'olandese. Nell'allenamento di ieri Frank ha iniziato a lavorare sulla tattica - facendosi aiutare nella traduzione da Michel Kreek che avendo giocato nel Padova mastica ancora un po' di italiano - e stamattina continuerà a Jesi al riparo da occhi indiscreti. La seduta in programma a casa Mancini, infatti, si svolgerà a porte chiuse (chi aveva già comprato il biglietto potrà chiedere il rimborso). Una questione di delicatezza nell'imminenza di un divorzio che comunque l'ad Bolingbroke ha definito "consensuale e amichevole, Roberto è stato bravo a riportarci in Europa ma abbiamo ritenuto che fosse il momento di cambiare".
Perché ormai è chiaro, l'Europa League non basta. Come da contratto De Boer dovrà arrivare almeno terzo altrimenti il club potrà risolvere il rapporto (teoricamente triennale) dopo una sola stagione. E se Mancio non era sicuro di potercela fare, l'olandese sfoggia ottimismo: "Nessuno è imbattibile, nemmeno la Juve. Il nostro obiettivo è ridurre le distanze e combatteremo per renderle la vita difficile". Magari rinforzandosi ancora con Gabigol ("mi piace ma è nel mirino di tutti i grandi club") o con Joao Mario.
L'Inter ha già l'accordo col 23enne centrocampista portoghese e avrebbe offerto allo Sporting la bellezza di 40 milioni più 12 di bonus oppure 40 cash più 7 di bonus e un giocatore della Primavera: cifre impossibili da rifiutare, ma che se fossero vere metterebbero in discussione le parole su Icardi.
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