Cento panchine scarse in cinque: questa la somma dell'esperienza accumulata in Serie A ai blocchi di partenza della nuova stagione da Roberto De Zerbi (41), Leonardo Semplici (38), Aurelio Andreazzoli (15), Lorenzo D'Anna (3) e Roberto D'Aversa (0). Allenatori dal curriculum, dall'età e dalle filosofie diverse, tutti però abili nel lasciare il segno dopo i primi 90 minuti di A. Uomini e storie calcistiche di provincia, quella che in Italia non ha mai tradito, diventando nella migliore delle ipotesi anche un fenomeno di esportazione. Magari un domani ritroveremo qualcuno di loro sulla panchina del Chelsea di turno. Maurizio Sarri docet.
L'exploit della giornata l'ha regalato De Zerbi con il suo Sassuolo, capace di battere quella che secondo molti è la più accreditata rivale della Juventus in chiave-scudetto, ovvero l'Inter. Messosi in evidenza nel biennio 2014-16 alla guida del Foggia in Lega Pro, De Zerbi è alla terza panchina di A, ma in passato non era mai stato una prima scelta, essendo subentrato a campionato in corso sia a Palermo che a Benevento. Con questi ultimi però, lo scorso anno, ha fatto vedere cose egregie, a dispetto del difficile contesto tecnico (la squadra era sul fondo della classifica, pressoché spacciata). Il suo è un calcio propositivo, sempre alla ricerca del controllo della partita con il possesso palla. Non ha dominato contro l'Inter, ma il risultato ottenuto dimostra capacità di coniugare idee e pragmatismo.
Portare l'estetica del calcio a livello superiore sembra essere l'obiettivo che si è prefisso anche Andreazzoli a Empoli, nel solco di quel laboratorio calcistico inaugurato nella stagione 2012-13 dal citato Sarri. L'impronta lasciata sul club toscano è rimasta indelebile, anche se in pochi avrebbero puntato su Andreazzoli quale tecnico capace di inserirsi in tale solco. Pur con le dovute differenze, il suo Empoli è stato una macchina da calcio lo scorso anno: 88 gol segnati, 28 gare consecutive in rete (migliorato il record del Pescara di Zeman), 27 match senza sconfitte. L'impatto con la A, già conosciuta nel 2013 quando subentrò proprio a Zeman sulla panchina della Roma, è stato un secco 2-0 al Cagliari. L'Empoli non vinceva la prima casalinga in A da 11.663 giorni.
Vittoria anche per la Spal di Semplici, che è riuscito a migliorare il già ottimo esordio dello scorso anno, quando fermò sul pareggio la Lazio. Domenica i ferraresi hanno espugnato Bologna, mettendo il primo dei «tanti piccoli mattoncini» (per usare un'espressione cara a Semplici) che portano a un grande finale di stagione. Tra i 20 allenatori di A, Semplici è il secondo più longevo dopo Allegri, essendo alla guida del club da 3 anni e 8 mesi. Un esempio di coerenza e programmazione che andrebbe studiato.
Debuttante assoluto è invece D'Aversa, che dopo un'estate tribolata ha portato il Parma al primo punto stagionale. Quello che è sfuggito al Chievo di D'Anna nel recupero, dopo una partita giocata a testa alta contro la Juventus. Un buon segnale per il prosieguo della stagione, tribunali permettendo.
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