Real Madrid-San Lorenzo non è soltanto una partita di football, una finale per stabilire chi sia il club più forte del mondo, almeno secondo la Fifa. Real Madrid-San Lorenzo è anche una guerra di religione, cristiana contro musulmana. Florentino Perez, presidente della squadra che lui ha trasformato da "regale" in "galattica", due anni fa ha firmato un contratto da un miliardo di euro con la Banca Nazionale di Abu Dhabi. Tra le clausole dell'accordo la richiesta, subito accettata e adottata, di togliere la croce dal logo del Real Madrid, una croce che sormonta la corona del re. Nel 1920 re Alfonso XIII concesse al club della capitale di apporre sull'insegna ufficiale, la corona sovrastata dalla croce. Per oltre un secolo il Real Madrid ha conservato la propria identità, il denaro cancella la storia, così come lo stadio Santiago Bernabeu, nel quartiere Chamartin, cambierò nome in omaggio allo sponsor, così ragioni diplomatiche hanno suggerito, anzi imposto al Real di non provocare i tifosi musulmani che non accettano quel simbolo che fa tornare alla mente le crociate, dunque la guerra, dunque le morti, dunque gli infedeli. Così è capitato anche al Barcellona che, per uguali ragioni, ha tolto dalle proprie insegne la croce che re Carlo il Calvo, nell'897 disegnò, nuovo simbolo della città catalana, unendo alle due barre del proprio casato l'impronta di due dita insaguinate dell'eroe Goffredo l'Irsuto, ferito a morte durante la guerra agli arabi.
Il calcio deve fare due conti: quelli del bilancio contabile e quello degli sponsor che possono avere riti, costumi e religioni diverse dinanzi alle quali ormai ci si genuflette e non per la preghiera. Idem per l'Inter che indossò in Turchia la maglia con le insegne della città di Milano, croce incorporata. Milan, Novara, Genoa, Padova, tutta roba che non gradita per via della croce presente e che dire dei rossocrociati svizzeri?
Sta di fatto, poi, che nel Real Madrid gioca Ronaldo che di nome fa Cristiano e questo può essere un altro problema, il tifoso musulmano mai e poi mai potrebbe esultare ad alta voce, dopo un gol di CR7: "Cristiano, Cristiano" ma nella sfida mondiale c'è dell'altro. Il Real Madrid si è portato avanti con il lavoro eliminando i messicani della Cruz Azul, altra croce stesso problema ma la finale prevede l'incontro con un Santo, Lorenzo, la squadra argentina di cui papa Francisco è socio e tifoso. Overdose di chiesa e football con veleni per la designazione dell'arbitro, ricusato il portoghese Proença, idem per il cileno Osses, alla fine fischia un guatemalteco, Walter Lopez.
All'ingresso in campo delle due squadre prevedo il segno della
croce di alcuni calciatori, così come Sepp Blatter, dopo l'udienza in Vaticano dello scorso anno, sa di non potersi sbilanciare. Le vie del Signore sono infinite, quelle del football un po' meno. Andate e giocate in pace.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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