Derby show di Champions. Napoli accende l'attacco Milan, parola alla difesa

Gli azzurri con Osimhen per ritrovare il gol. I rossoneri non solo nelle mani di Maignan

Derby show di Champions. Napoli accende l'attacco Milan, parola alla difesa

Godiamoci lo spettacolo. Sì, è uno spettacolo per il calcio italiano questo derby di Champions inedito e perciò ancora più affascinante, che giunge al passaggio decisivo con vista sulla semifinale. Sarebbe uno storico traguardo per il Napoli di Spalletti e ADL all'alba di un nuovo rinascimento post maradoniano con lo scudetto già in tasca, diventerebbe qualcosa di inaspettato per il nuovo Milan di Pioli e Maldini, rifondato faticosamente in 4 anni di gestione Elliott, per la prima volta così in alto sul palcoscenico europeo. Godiamoci lo spettacolo nella speranza che qualche componente acida (Spalletti: «A livello di importanza di club qualcosa abbiamo pagato»; Juan Jesus: «Il Milan ha giocato a fare polemica») non abbia il sopravvento sul clima di una sfida che si gioca sotto gli occhi dell'Uefa e di un arbitro, il polacco Marciniak, garanzia assoluta per tutti. Il Napoli ha i numeri e molto altro dalla sua parte: i 4 successi consecutivi raggiunti tra girone e ottavo nella Champions, i 35 punti collezionati in campionato al Maradona prim'ancora del recupero di Osimhen, il suo valore aggiunto in attacco, e del ritorno del tifo organizzato schierato dalla parte del team azzurro. «Osimhen ha portato una vampata di entusiasmo» l'annotazione soddisfatta di Spalletti pronto a riconoscere che la riconciliazione con le curve «rende tutto più facile per noi». E Juan Jesus si sbilancia: «Cinque anni fa con la Roma ho rimontato il Barcellona, ma adesso è più facile perché non ci sono Messi e Iniesta».

Il Milan è reduce dalle montagne russe della sua stagione: alcuni voli arditi e molti crolli rovinosi. Più lineare il viaggio in Champions league scandito da prove di maturità inaspettata, come a Londra col Tottenham e dal fatturato della sua difesa, ritornata allo schieramento più collaudato, con Kjaer leader e Tomori più incerto di un anno fa, i due chiamati alle chiusure sullo scatenato Osimhen, assente nei due precedenti di campionato. «Siamo concentratissimi, motivatissimi e determinatissimi» la sintesi napoletana di Pioli: tre superlativi in un colpo solo, nella consapevolezza che «ci sarà un ambiente completamente diverso rispetto all'ultima volta ma questo ci darà ulteriore carica». A San Siro provvide Maignan a riparare qualche sbrego, durante il finale tambureggiante del Napoli, con la manona sulla stilettata di Di Lorenzo. C'è bisogno di una prova collettiva piena, sgabbiando subito dai blocchi per evitare fatali sortite, come avvenuto all'andata e a Bologna sabato in campionato. I titoli di queste ore sono monopolizzati da Leao, scelto quale rivale principale di Osimhen, già capace di aprire la scatola napoletana nella sera del 2 aprile, col primo e terzo sigillo. In quella occasione Pioli propose la novità tattica, con Bennacer spedito a soffocare Lobotka, scelta premiata ma non replicata mercoledì scorso perché Spalletti studiò la contro mossa con lo scambio di posizioni tra il regista e Anguissa.

«Cambierà qualcosa sia per noi che per loro, sarà sicuramente diversa» la convinzione di Pioli. Ecco: l'assenza del camerunense, oltre al difensore Kim, rappresenta la piega dentro la quale il Milan può scavare la sua impresa.

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