La garanzia di Silvio Berlusconi. Fatti e parole. Il presidente crede nel rilancio del Milan. E allora eccolo l'altra sera allo stadio per la prima partita ufficiale del nuovo corso targato Sinisa Mihajlovic e poi a cena con allenatore e l'ad Galliani. Segno che Berlusconi crede davvero in questo Milan. Che già convince e vince. Fatto sta, dopo la cena il presidente rossonero parla di obiettivi e soprattutto promette: «Gli investimenti continueranno». Segnale importante per un club che ha già speso 83 milioni di euro sul mercato, solo in parte recuperati dalla cessione di El Shaarawy. Uno sforzo economico che il patron rossonero spiega così: «Ho deciso di investire perché bisogna tornare ai fasti di un tempo». Risalita che risulterebbe più facile se non addirittura assicurata con l'arrivo di Zlatan Ibrahimovic. Un tormentone il possibile ritorno in rossonero dello svedese al quale Berlusconi non si sottrae, anzi se possibile alimenta spiegando come ormai la Francia sia ostile all'attaccante per via di quella frase «paese di m...» che non gli è mai stata perdonata. E rivela: «Se il Psg vorrà chiudere abbiamo la parola di Zlatan che in quel caso verrebbe solo da noi». Aspettando Ibra c'è però da completare un reparto, il centrocampo e Berlusconi si sbilancia: «Siamo sulla buona strada per prenderlo, il nome lo sapete tutti». Soriano, operazione in cui entrerebbe in cambio il prestito di José Mauri.
Una squadra da rinforzare in campo e una società che vuole rendere ancora più solide le basi con l'ingresso di Bee Taechaubol. E Berlusconi “anticipa” il closing previsto per la fine di settembre. «Vedrò Bee tra quindici giorni. L'operazione non è solo quella apparsa in queste ore: è un'operazione molto più ardita». Una prima risposta ad articoli e indiscrezioni che nelle passate settimane hanno sollevato dubbi sull'operazione da mezzo miliardo di euro. Ma è solo il preludio all'affondo: «Non ho un euro all'estero a parte una sola casa. L'operazione è tutta di Bee e spero che con lui possa andare in porto». E comunque è un Berlusconi deciso quando gli si chiede della Guardia di Finanza “interessata” all'operazione Fininvest-Bee: «Facciano le indagini che vogliono».
Il buonumore del patron rimane perché il campo ha dato le risposte attese: «Siamo tutti contenti perché l'andamento è stato buono e la prova positiva. Soprattutto per i nuovi». In particolare Ely e Romagnoli, che hanno fatto talmente bene che in queste ore in uscita ci sarebbe addirittura Alex, che ha richieste dall'estero, e non più Paletta. Un Berlusconi che guarda alla Juve: «Ha perso tre grandi giocatori, ma sono invidioso per Dybala. Lo volevo al Milan». Un diavolo senza paura quello del patron: «Puntiamo al primo posto, vogliamo tornare in Champions». E Berlusconi si mette nelle mani di Mihajlovic: «L'acquisto più importante. È gagliardo, un leader, interpreta bene la nostra filosofia ovvero attaccare».
Un comandante, Sinisa, che non fa sconti a nessuno. Lo hanno capito anche i tifosi l'altra sera. I fischi a Cerci non gli sono andati giù e non lo ha mandato a dire. Mihajlovic vuole che tutti remino dalla stessa parte. Viene in mente il Conte che zittì lo Juventus Stadium per Giovinco. Sinisa a difesa del gruppo, ma pronto a sollevare di peso i giocatori in campo, ne sa qualcosa Regini per un errore con la Samp nella passata stagione.
Quindi tutti avvisati, poi Miha non si sottrae se c'è da stare insieme con una
grigliata come successo ieri a Milanello. Ma prima di tutto sergente di ferro, nel rispetto del ruolo di tutti: dal presidente ai tifosi. Mihajlovic e Berlusconi sono la garanzia migliore di un Milan che vuole tornare vincente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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