Dopo il botta di Gazidis («senza di noi il Milan ha rischiato di ripartire dalla serie D») e risposta di Berlusconi («certe frasi non andrebbero dette, se uno ha voglia di dirle si chiude in un bagno e le dice»), l'intervento a Radio Anch'io di Adriano Galliani ha ricucito la tela dei rapporti con il fondo americano e fornito l'interpretazione corretta dell'esternazione del presidente. L'ex ad, «adesso sono solo ultrà milanista» la riflessione, è partito dall'amore intatto per il club («il lunedì siamo tristi io e Berlusconi in caso di insuccesso») e dallo stato di necessità dell'operazione vissuto da Fininvest («siamo stati costretti a cederlo») per arrivare al punto centrale della questione che ha provocato un polemico dibattito all'interno del mondo rossonero e non solo.
Ha spiegato Galliani: «Io ho rispetto per il fondo che ora guida il Milan e spero che questi manager lo riportino ai fasti di qualche anno fa, ma nessuno ha mai fatto notare che abbiamo venduto a un signore cinese, Yonghong Li, il quale, per saldare la quota, si è fatto prestare soldi da Elliott che a sua volta ha avuto a garanzia il Milan. Se Li non avesse completato l'acquisizione, noi ci saremmo tenuti la caparra versata di 100 milioni e avremmo iscritto il Milan ai campionati '17-'18 oltre che all'Europa league». Dietro la spiegazione, l'attuale ad del Monza capolista in Serie C che ha guidato il Milan per 31 anni, ha voluto sottolineare due concetti base: 1) il club non sarebbe mai finito in serie D se il cinese non avesse ricevuto il prestito da Elliott diventato garante dell'operazione ed escutendo le azioni per una spesa di 340 milioni; 2) Fininvest non ha mai ceduto a Elliott che è subentrato al cinese, le responsabilità del rischio insolvenza sono dunque della gestione Fassone, come peraltro, informalmente, la stessa società rossonera ha ammesso nella serata di domenica.
Infine Galliani ha benedetto l'arrivo di Pioli («spero che si dimostri l'uomo giusto»)
senza rinnegare il giudizio favorevole espresso su Giampaolo («lo stimo e ho provato a portarlo al Milan già nel 2016»). Pieno sostegno anche al progetto nuovo San Siro che comincia a farsi largo tra l'opinione pubblica.
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