Il Diavolo di Gattuso rimandato in coppa ma promosso in difesa

Il muro rossonero ha subito 3 soli gol nelle ultime 10 partite: mai così bene dal 2012

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Promosso in aritmetica, rimandato ad aprile in coppa Italia. La bizzarra semifinale differita tra Milan e Lazio resta in bilico in attesa della lontanissima sfida di ritorno (24 aprile), ma il muro alzato da Gattuso a protezione della porta di Donnarumma vale di fatto la consacrazione per la difesa oggi più in forma (o più forte?) d'Italia: 3 gol subiti nelle ultime 10 partite tra campionato, Supercoppa e coppa Italia, 5 nelle ultime 15; mai più di un gol preso per volta, ovvero 10 partite su 15 senza subirne alcuno. Applausi.

C'è anche questo - forse c'è soprattutto questo - dietro la rimonta del Milan in campionato, perché è vero che le vitamine invernali sono arrivate in attacco (i gol di Piatek, le giocate di Paquetà), ma è in difesa che Gattuso è riuscito a far quadrare il cerchio. Era dal 2012 (primo scudetto della Juve di Conte in rimonta sul Diavolo di Allegri) che dopo 25 partite il Milan non subiva così pochi gol, 22. E quindi non è casuale che per la prima volta dopo tanti anni, la squadra a due terzi di stagione si ritrovi in zona Champions (l'ultima volta accadde nel 2013, quando alla fine fu terza, ma dopo 25 giornate era quarta come oggi).

La linea di confine sembra la notte di Atene (13 dicembre), quando in porta c'era Reina e il Milan prese 3 gol, perse malamente e salutò l'Europa. Da lì in avanti le cose non sono andate subito bene, anzi (sconfitta a San Siro con la Fiorentina, pareggi senza gol con Bologna e Frosinone), ma è evidente che Gattuso s'è rimesso a studiare e soprattutto a far studiare alla squadra i fondamentali della fase difensiva. Perché il Milan da allora ha subìto pochissimo, come dicono i numeri che ne fanno la migliore difesa (col Napoli) del secondo terzo di campionato. È in questa fase che Donnarumma riconquista critica e tifosi, prima comprensibilmente benevoli e poi persino troppo cattivi nel giudicarlo. È in questa fase che ci sia Zapata o Musacchio accanto a Romagnoli, il rendimento non cambia. Perché è cresciuto Bakayoko, nuovo vero punto di equilibrio della squadra, nodo centrale del prossimo mercato: perderlo significherebbe fare un salto indietro o riaffidarsi a Biglia, che poi è la stessa cosa.

Difficile che il Milan possa migliorare in fase difensiva, mentre in attacco i margini sembrano ragionevolmente essere ancora ampi. Piatek s'è dimostrato micidiale, tant'è che la sua media è eccezionale non solo rispetto ai minuti in rossonero, ma soprattutto in rapporto ai palloni ricevuti, giocati e trasformati in gol. Ecco, il prossimo compito di Gattuso è quello di riuscire a rifornire il Pistolero come meritano le sue qualità.

Per farlo, l'allenatore del Milan avrebbe bisogno anche del miglior Suso, di cui al momento si sono perse le tracce, anche a causa della pubalgia che lo tormente: 1 gol in 4 mesi (al Genoa, il 21 gennaio) è poco, ma il resto è meno. All'andata col Sassuolo, Suso segnò una doppietta: forse solo per questo motivo, lo scaramantico Gattuso sabato gli darà un'ultima chance, perché in molti ormai pensano che debba scoccare l'ora di Castillejo.

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