Milano - «La vittoria col Psg, il club più ricco d'Europa, tracci una linea»: firmato Giorgio Furlani, ad del Milan. Per una volta, in assenza del virgolettato del tecnico, è il capo azienda a fissare la prossima missione del Milan in vigore da oggi a Lecce e destinata a durare fino alle prossime puntate di campionato e Champions, oltre la sosta per nazionali di metà novembre.
Comincia così la caccia alla volpe Inter ormai fuggita con 6 punti di vantaggio, nel tentativo di cancellare anche in campionato, e non solo parzialmente in Champions - che la qualificazione è ancora complicata da raggiungere - la figuraccia con l'Udinese e ridare così ossigeno alla classifica. Tracciata la linea del club, si può capire quali siano le insidie dietro il viaggio in Puglia per Pioli, disposto a confermare lo stesso schieramento di coppa, con un paio di indispensabili variazioni sul tema (Krunic per dare respiro a Musah, Chukwueze per rimpiazzare Pulisic non convocato nemmeno dagli Usa per farlo ristabilire dalla contrattura muscolare). Antenne dritte anche per il resto della compagnia. Già, perché i paragoni con la serata esaltante di Champions e i giudizi eventuali in caso di mancata conferma del rendimento dei protagonisti più attesi (Loftus-Cheek, Leao, Giroud, il francese oggi farà 100 con il Milan) saranno inevitabili e rimetteranno in discussione la sintonia con la panchina.
Istruttiva anche la chiosa di Furlani dedicata all'altro dossier aperto, quello del ritorno di Ibra il cui annuncio dovrebbe avvenire nella prossima settimana: «Non so dare una tempistica esatta o un ruolo ma posso dire che fa solo piacere tornare a lavorare con lui». Letta in controluce la frase, significa molto chiaramente: 1) non è il Milan che detta i tempi dell'annuncio ma Redbird, il fondo di Gerry Cardinale; 2) se l'ad del club non è a conoscenza del ruolo che Zlatan andrà a occupare, non sarà di sicuro nell'organigramma della società per la quale, comunque, Furlani aggiunge - a mo' di avviso ai naviganti - «qui c'è unità di intenti» ricacciando indietro pettegolezzi più che indiscrezioni di rimescolamento della governance rossonera. Ma nel frattempo tutto deve passare dalla resa del Milan e dal suo comportamento che non può più essere altalenante.
Ammonimento da estendere allo stesso Leao che ha scelto il palcoscenico più famoso - il duello a distanza con Mbappé - per tornare in vetrina. Il suo nuovo status reclama la continuità che può segnare la differenza tra una semplice promessa e una promessa mantenuta.
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