Milano. Il Milan è più vivo che mai, la Juve invece non è ancora uscita dalla sua mediocrità. Il successo di ieri sera ha un peso specifico enorme lungo la strada del campionato per una serie di motivi: 1) perché è arrivato netto certificato dai due gol, dai due pali e da una serie di occasioni sventate dal portiere bianconero; 2) perché è arrivato dopo la notte da incubo vissuta a Stamford Bridge in Champions confermando le qualità temperamentali del gruppo da sempre pronto a reagire dopo qualche rumorosa caduta; 3) perché è avvenuto nonostante i soliti numerosi assenti e con un cambio geometrico di schieramento che documenta l'abilità di Stefano Pioli. Il Milan è vivo e si rimette in viaggio verso il futuro. La Juve si ritaglia, secondo una pericolosa abitudine ormai, soltanto i primi 20 minuti. Possibile che abbia così poca benzina nel serbatoio? Sgabbia perentoria dalla sua metà campo confezionando una serie di veloci giocate con conclusioni non sempre precise di Cuadrado e Milik. Esaurita la carica ridotta, torna sui suoi passi lasciando campo e gioco al Milan. Nella sfida scandita da attesi e suggestivi duelli, la difesa milanista ha praticamente disarmato Milik e Vlahovic lasciando al primo la miseria di un solo colpo di testa, centrale.
L'altro pericolo, a risultato ormai scolpito, arriva da Kean strepitosamente deviato da Kalulu, autore di una magnifica prova di forza e abilità. Pioli ha il coraggio proveniente da idee nuove: nelle difficoltà aguzza l'ingegno e disegna un 4-3-3 inedito con Gabbia centrale per tenere Kalulu sul lato più Pobega tre-quartista mascherato col compito di oscurare Locatelli. Quando il Milan riprende il pallino in mano, cominciano i dolori per la Juve, particolarmente fragile sui calci d'angolo. Su uno di questi, Leao scheggia il palo, più tardi, mettendosi in proprio, centra l'altro palo con un tiro a scendere dal limite. Il gol, maturato a fine prima frazione, è l'inevitabile epilogo: al culmine di un angolo e di un sinistro di Giroud, Tomori stoppa di petto e gira di sinistro. Attenzione massima, grande corsa in continua pressione, dominio della coppia di centrocampo Tonali- Bennacer: sono queste le premesse per il 2 a 0 firmato da Brahim Diaz, la vera sorpresa di Pioli (CDK ha ancora le gomme sgonfie come confermato nell'ultima mezz'ora) e capace di cogliere al volo l'occasione migliore (passaggio sbavato da Vlahovic) per involarsi nella metà campo bianconera, seminare un po' di rivali in velocità e firmare il rotondo 2 a 0. Alla fine la Juve non ha nemmeno voglia di puntare il dito su qualche episodio (lo scontro Theo Hernandez-Cuadrado) da cui nasce l'angolo del primo squillo rossonero.
Spiegazione elementare: perché la distanza con il Milan è sempre chilometrica in fatto di gioco, idee, geometrie e anche cifra tecnica dei suoi esponenti di punta (quest'anno in trasferta Allegri non ha ancora vinto). Se per una volta Leao risulta respinto due volte dal palo, è sempre dai suoi spunti che arriva il segnale per la sua squadra di rimettersi in cammino verso l'alta classifica.
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