Calcio

È un'Italia Gigiona

Dietro il ko azzurro con i macedoni anche l'involuzione di Donnarumma iniziata col passaggio al PSG per inseguire i soldi smettendo di lavorare sul talento. Domani a San Siro per svoltare dopo 2 anni

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Fenomenologia di un giovane talento calcistico precipitato in una crisi profonda. Qui si parla di Gigio Donnarumma, 24 anni appena, un gigante di uno da 196 centimetri, 90 chili di stazza, una carriera precoce da fenomeno coltivata tra i giovanissimi portieri di scuola italiana, uscito a pezzi anche dallo stadio di Skopje, Macedonia del Nord, a causa del gol subito su punizione e che in coro, critica e tifosi, gli hanno attribuito quale responsabilità diretta e inquietante. Questione di piazzamento goffo e superficiale, si dirà. Sui social, celebrata la diffusione dell'evento (sfiorato da Rai1 quasi il 40% di audience, 6 milioni incatenati davanti al video), è partita una campagna per chiedere a Spalletti l'immediata sostituzione del portiere. D'altro canto nel ruolo non mancano le alternative di grande pregio: Vicario (appena passato dall'Empoli in Premier league) e Meret, con lo scudetto sul petto, i più gettonati.

Ma qui il problema è complesso e non può essere liquidato cavalcando l'onda del web. È da tempo ormai che Gigio Donnarumma, precoce in tutto - nello stregare lo scopritore di giovani campioni del Milan (Mauro Bianchessi: stressò Galliani per tesserarlo bambino sottraendolo all'Inter a cui si erano promessi i genitori, ndr), nel debuttare in A con Mihajlovic coraggioso tecnico, nel conquistare un contratto milionario (6 milioni a lui e 1 al fratello col Milan di Mirabelli), campione d'Europa con la Nazionale e protagonista nel 2021 a Wembley - è finito dietro la lavagna. Gli ultimi 18 mesi sono stati un autentico tormento per lui. Criticato in azzurro per una serie di sfondoni, discusso a Parigi per lo strafalcione su Benzema che consentì al Real Madrid di vincere poi la Champions, è diventato un bersaglio comodo per critici e allenatori. L'ultimo, Luis Enrique, sotto sotto, non è soddisfatto delle sue perfomances e delle sue reazioni a qualche sbandata.

E non è nemmeno una questione di preparatori dei portieri. Gigi Turci che lo ha allenato a Milanello (2019-2020), è pronto a riconoscere sia le qualità («ha una cilindrata super»), che il lento declino attuale («in effetti...»). A Parigi ha avuto come istruttore del mestiere Gianluca Spinelli, un tempo collaboratore di Conte e adesso passato all'Inter di Simone Inzaghi, il meglio in circolazione. Nella vita privata ha una felice stabilità: fidanzato con Alessia Elefante con la quale convive a Parigi (la recente violenta rapina è solo un brutto ricordo).

La soluzione al quesito principale («cosa sta succedendo all'ex prodigio Donnarumma?») è allora un'altra. Attiene all'imborghesimento del giovanotto. Trascinato dal suo agente poi scomparso, Mino Raiola, da Milanello a Parigi a caccia di soldi invece che alla ricerca di migliorare la tecnica e far crescere il talento, Donnarumma si è fermato per strada consapevole della propria statura calcistica, non ha affinato l'estro e ha perso probabilmente le motivazioni a migliorarsi ogni giorno con allenamenti durissimi. Che è poi la grande differenza tra chi nel calcio si considera baciato dalla natura e chi invece è pronto a salire ogni giorno uno scalino. Domani sera a Milano contro l'Ucraina l'attende un'altra prova delicata: San Siro l'ha già fischiato e applaudito in passato perché la frangia milanista del tifo non gli ha mai perdonato la fuga notturna senza spiegazioni. Non solo. Di sicuro l'accoglienza peggiore gli sarà riservata nella sfida di Champions col suo vecchio amore, il Milan.

Sarà la prova del nove per capire se l'ex ragazzo prodigio è diventato un maturo professionista.

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