«Portami lo Zlatan».
La missione è dettata dal Cavaliere, Galliani sa cosa deve fare, Rosell lo attende: «Sì, parleremo di Ibrahimovic».
Ma non sarà semplice, lingaggio dello svedese è pesantissimo, cè chi offre di più e i tifosi del Barça sono in subbuglio. «Anims Ibra», si leggeva su uno striscione esposto al Camp Nou in occasione della finalissima di Supercoppa spagnola fra Barcellona e Siviglia finita 4-0 con una tripletta di Lionel Messi. «Coraggio Ibra», hanno scritto i tifosi che in questi giorni si stanno scatenando nei forum e nelle radio catalane, in rivolta contro la possibile cessione dello svedese, contestando latteggiamento di Guardiola che secondo loro cerca solo una buona occasione per liberarsi dello svedese. I due sono ai ferri corti ma Guardiola non ha ancora scaricato Ibrahimovic, non si fida, sta cercando di capire gli umori dei soci, del presidente e della stampa. Largomento è delicato e lo affronta malvolentieri: «Rosell e Galliani si incontrano per Ibrahimovic? Non mi risulta e non ne sapevo niente. Raiola ha detto che se lascio partire Ibra devo farmi visitare? Non rispondo ai procuratori dei giocatori ma se volete una mia opinione non sono pentito di aver lasciato partire Etoo per Ibra».
Ieri Mino Raiola ha fatto un passo avanti ammettendo che il suo assistito potrebbe svuotare larmadietto: «Il Milan? La trattativa è praticamente già partita ma non cè solo il Milan, ci sono anche altre squadre. Certo è difficile, ma le trattative difficili sono le più belle. Siamo solo allinizio di una lunga storia».
Insomma signor Raiola lo dica: Ibra è sul mercato?
Risposta: «Non escludo che rimanga al Barcellona».
Altre cose intriganti sul caso Ibra. Era da quando lo aveva acquistato che lo sceicco Mansur non si divertiva a veder giocare il suo Manchester City e dopo la vittoria contro il Liverpool è andato da Mancini e gli ha detto: «Dimmi il nome di un campione e io te lo compro». Mancini ha fatto il nome di Ibra, lofferta sarebbe fuori mercato: 25 milioni a stagione per il giocatore, 50 milioni al Barcellona più il cartellino di Robinho. Tantissima roba. Ibra sta pensando che al Barcellona è chiuso da nomi pesantissimi, non sarà mai la star del club, Messi gli camminerà sempre un passo avanti. Quando arrivò allInter le cose stavano in tuttaltro modo, cera bisogno di un personaggio, uno buono per la copertina, e con tutto il rispetto per Ronaldinho e Pato, Tevez e Balotelli, Milan e City gli ricordano molto quella situazione. Ma gli inglesi non fanno la Champions, Ibra è fra due scelte: al Milan per la gloria, al City per i soldi.
Ma ci sono spifferi che spiegano perché Ibra arriverà al Milan. A Barcellona si dice che Rosell non ceda Ibrahimovic al City perché neppure lui ne è convinto, teme la reazione di quella parte di soci e dirigenti ancora vicini a Joan Laporta che portò lo svedese in Catalogna. Teme una rabbiosa riabilitazione di Ibra in un altro club e preferirebbe un prestito. Anche se la celeberrima legge Beckham che in Spagna prevede una fiscalità pari al 24 per cento del netto, dal primo di gennaio per i nuovi contratti si alza al 43 per cento. Questo sebbene non sia ancora entrata in vigore, ma se il Barcellona dovesse prestare Ibra per una stagione, al suo rientro sul nuovo contratto la fiscalità passerebbe al 43 per cento. Gli torna un anno più vecchio e gli costa circa 10 milioni in più per le successive tre stagioni.
Di tutto questo parleranno Galliani e Rosell oggi, allinterno di un ordine del giorno dettagliatissimo. Appuntamento alle 13 al ristorante Ca LIsidre in Calle Las Flores, presente anche Tiberio Cavalieri, il procuratore di Marco Borriello. Nuovo incontro al termine di Barcellona-Milan per il Trofeo Gamper (ore 19.
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