"Disonestà intellettuale" di una Signora scarsa che ha perso se stessa

La frase di Allegri ai media che parlano di fallimento è lo specchio del caos bianconero

"Disonestà intellettuale" di una Signora scarsa che ha perso se stessa

La Juventus ha perso in casa tre a zero ed è stata eliminata dalla champions league. Che altro di peggio potrebbe accadere. Potrebbe piovere, infatti Locatelli è positivo al Covid e si ferma per il campionato e per la nazionale.

Piove sul bagnato, per l'appunto, su un edificio già pericolante con il proprietario che non si espone, non si pronuncia, così i suoi sodali dirigenti, tutti nascosti nel canneto della vergogna, anche se il sostantivo può apparire pesante. Ma la critica è feroce con chi vive di presunzioni. Ad esempio l'allenatore della Juventus ha accusato di disonestà intellettuale la critica che accenna al fallimento della stagione juventina. Premesso che penso di poter escludere che il suddetto allenatore conosca esattamente il significato di quei due termini di gran moda tra chi lo ignora, mi chiedo se non è invece di disonestà intellettuale sostenere che la Juventus abbia giocato bene per 70 minuti e abbia offerto la migliore partita europea di questi anni.

L'eliminazione della squadra ha pesanti conseguenze contabili, il titolo ha segnato un ribasso sensibile in borsa, il rischio di un nuovo deficit di 200 milioni è ormai certo, l'organico ha bisogno di una rivoluzione, non semplice vista la cassa a disposizione anche se circola il cognome di Pogba. La Juventus di coppa è analoga a quella di campionato dove la concorrenza è mediocre e dunque i quindici risultati utili consecutivi hanno un perché ma, appena superi la dogana, la squadra viene smascherata nei suoi limiti evidenti, di gioco e di personalità.

Un paio di fotogrammi riassumono la sconfitta di coppa: l'espressione vuota di Rugani dopo il rigore da lui procurato e al momento della sostituzione, l'atteggiamento di Dybala all'ingresso in campo e nel quarto d'ora di gioco, come se facesse un favore a chi lo aveva precettato, l'assenza della voce di un dirigente, Arrivabene, Nedved, Cherubini, non insisto sul silenzio di Agnelli che si preoccupa di altri obiettivi, tutti strategicamente e politicamente sbagliati. Non è più la Juventus, mi ha detto un ex illustre bianconero che non vive di nostalgie ma si è reso conto di una realtà oggettiva critica e desolante. Sarebbe necessario l'intervento di Boniperti o di Moggi, uomini diversi e opposti a ricordare dirigenti di peso carismatico all'interno dello spogliatoio ma è inutile pensare al passato quando il presente e il futuro prossimo aggiungono incertezze.

Per gli amanti della scaramanzia, segnalo che, dopo l'eliminazione con il Porto, lo scorso anno, la Juventus fu sconfitta a Torino dal Benevento di Pippo Inzaghi. Domenica arriva la Salernitana di Davide Nicola. Non vorrei essere disonesto intellettualmente.

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