Divertimento e tattica, Stramax ci prova

Divertimento e tattica, Stramax ci prova

Milano Day by day, step by step: l’universo Stramaccioni viene alla luce, un po’ per volta quasi a voler stupire, ma senza troppa discrezione o riguardo, tipico dell’esuberanza giovanile del protagonista, perché il cambiamento voluto dal 36enne avvocatino di Roma è mentale, fisico, tattico e comportamentale. Una rivoluzione insomma che ricorda i tempi del primo Mourinho e che, dopo quattro sedute di allenamento, ha già fatto respirare un’aria nuova alla Pinetina. Forse è la primavera, in tutti i sensi, stagionale e calcistica, che Stramaccioni ha portato con sé, basti pensare alla freschezza e ai sorrisi dei vari Sala, Mbaye, Duncan, Longo, neo campioni nella NextGen europea, aggregati da martedì alla prima squadra, ai quali si sono aggiunti Crisetig e gli ancora più sbarbati Cincilla e Bianchetti. «Tanta roba» come ripete il giovane tecnico che nel lessico non parla a nastro ma s’infila tra le pieghe di un allenamento a venti voci utilizzando lo slang romanesco che fa sorridere soprattutto gli anziani abituati a ben altri linguaggi.
Un cambiamento anche mentale perché le sedute di allenamento non sono più quelle di routine alle quali aveva abituato Ranieri e prima di lui Gasperini, Leonardo e Benitez, ma un insieme di intensità, rapidità di pensiero e azione, partitella più lavoro atletico per ridurre al minimo i tempi morti e tenere alta la tensione, ma anche il divertimento, del gruppo. E subito dopo la tattica, perché Stramaccioni di tattica è malato, basta rivedere la conferenza del marzo 2010, quando Strama ancora allenava gli allievi della Roma, e svelava i suoi segreti tattici e filosofici ai candidati allenatori. «Il bello è che quando imparano a conoscerti studiano delle contromosse e tu devi inventarti altro». Oppure: «Il lavoro mentale conta quanto quello sul campo e se non ho un coinvolgimento mentale il lavoro in allenamento si perde». E poi: «Un gioco semplice s’impara subito, ma presto ti annoia. Con un gioco complesso fai un po’ più fatica, ma poi diventi micidiale».
Mica robetta da poco conto, anche perché Stramaccioni ha dato subito i numeri: basta col 4-4-2, avanti da domani col 4-3-3 in attesa, col ritorno del trequartista (Snejider o Alvarez) di passare al 4-2-3-1 di mourinhana memoria.
Con la tattica anche la novità delle pettorine di colore diverso in base al ruolo ricoperto in campo: ecco allora Stankovic (il play o l’àncora come dice il tecnico) preferito a Cambiasso davanti alla difesa in arancione e in verde sulle fasce le ali Zarate e Forlan (con Milito in mezzo) per meglio focalizzare le posizioni in campo. Perché tutti devono giocare a memoria, anche i corridori ai fianchi di Stankovic (ne sceglierà due tra Poli, Obi e Guarin). Largo dunque ai giovani, al ritorno di Ranocchia (smentito il possibile trasferimento in prestito al Torino) in difesa al posto di Lucio e un bel lavaggio mentale a tutti prima di iniziare le sedute per spiegare le novità.

Se poi ci mettiamo anche i teli intorno alla Pinetina per proteggere la privacy e il divieto a Inter Channel di riprendere gli allenamenti tattici, allora si scopre il vero volto di Stramax: un passo indietro (vedi Mourinho o il suo maestro Spalletti) per andare avanti.

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