"Djokovic respinto, non giocherà gli Australian Open"

Il numero uno al mondo non potrà difendere il titolo a Melbourne. I legali del tennista serbo si apprestano a presentare ricorso

"Djokovic respinto, non giocherà gli Australian Open"

Novak Djokovic dovrà lasciare l'Australia nelle prossime ore. Il numero uno al mondo, non vaccinato, è arrivato nel paese con un'esenzione speciale per partecipare all'Australian Open a Melbourne. Il visto del campione serbo però non è stato giudicato regolare e dopo una interminabile attesa in aeroporto non potrà partecipare al primo Grande Slam dell'anno, in programma dal 17 gennaio.

La notizia clamorosa arriva quando in Italia sono da poco passate le 21, le 7 australiane. A rilanciarla è stata il Times,"A Novak Djokovic è stato negato l'ingresso in Australia dopo un clamoroso disguido con la domanda di visto". Sempre secondo il quotidiano britannico: "Un membro del suo team ha commesso un errore nel richiedere una sottoclasse di visto che non si applica a coloro che hanno ricevuto esenzioni mediche da un vaccino contro il Covid-19".

La ricostruzione

La giornata interminabile del campione serbo si è chiusa con un incredibile colpo di scena. Necessario riavvolgere il nastro e partire dall'inizio. L'annuncio arrivato nella giornata di ieri della sua partecipazione all'Australian Open grazie a un'esenzione medica, aveva scatenato roventi polemiche dentro e fuori il circuito. Oggi il numero uno del mondo della Djokovic è atterrato a Tullamarine – l’aeroporto internazionale di Melbourne – alle 13.30 italiane, le 23.30 locali.

A quel punto le autorità federali lo hanno bloccato e senza nemmeno farlo scendere dall'aereo hanno riscontrato irregolarità sul visto. Inutile le richieste al Dipartimento dello Stato di Victoria da parte dell'Australian Border Force, con la decisione di non fare sconti per il campione del tennis. Nello specifico a non convincere è stata la documentazione presentata sull'infezione da Covid contratta negli ultimi sei mesi.

Su questa infatti Djokovic avrebbe basato la sua richiesta per l'esenzione, approvata inizialmente anche dagli organizzatori del torneo. Da qui il fermo, che ben presto si è trasformato in un interrogatorio durato oltre cinque ore, tre dei quali senza il suo telefono e comunque piantonato in ogni momento da due poliziotti. Secondo la Guardia di frontiera nell'interrogatorio non ha fornito prove sufficienti per validare la sua esenzione al vaccino anti-Covid.

Tutta la vicenda ha scatenato la rabbia di Srdjan Djokovic, il padre del giocatore, che in serata si è lasciato andare: "Se non lo liberano entro mezz'ora, scendiamo in strada". Inoltre per tutte il giorno si sono rincorse le prese di posizione politiche, dal primo ministro australiano Scott Morrison che aveva tuonato:"Fornisca prove sul vaccino o torni a casa" al presidente della Serbia Aleksandar Vučić, che in serata si è messo in contatto con il tennista serbo, assicurandogli che"la Serbia si batterà per lui, per la giustizia e la verità".

Al momento di sicuro c'è il provvedimento d'espulsione nei confronti di Nole, che nelle prossime ore dovrà lasciare l'Australia.

Non è chiaro se lo farà nella giornata di giovedì o se rimarrà a Melbourne in attesa delle definitiva chiusura di questa vicenda a dir poco surreale. Secondo alcune fonti i suoi legali si stanno già adoperando a presentare ricorso.

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