Pechino 2008

Il doping fa perdere un oro a Bolt. Carter positivo, punita la staffetta

L'atletica cancellerà la vittoria della Giamaica. Ma negli altri sport non c'è la stessa severità

Il doping fa perdere un oro a Bolt. Carter positivo, punita la staffetta

È Nesta Carter il primo dei 32 atleti positivi riscontrati nel riesame delle provette dei Giochi di Pechino 2008. Un nome assai pesante perché il velocista caraibico fu uno degli artefici dell'oro olimpico, con tanto di record del mondo, conquistato nella 4x100 dalla Giamaica di Usain Bolt. Di conseguenza, uno per tutti e tutti per uno. Oltre al colpevole Carter, la medaglia verrà sfilata a Bolt e agli altri due componenti Michael Frater e Asafa Powell, quest'ultimo non immune da una squalifica per doping. Pertanto l'uomo più veloce nel pianeta si vede privato, per colpa di altri, di un alloro (se ne contano cinque, 2 a Pechino e 3 a Londra) nel computo totale delle rassegne a cinque cerchi. Una vicenda a dir poco clamorosa.

Nel panorama dell'atletica circostanze analoghe erano state le squalifiche di Ben Johnson e del Canada ai Mondiali dell'87, e quelle più rilevanti ai Giochi e ai Mondiali tra il '97 e il 2003 di Harrison, Pettigrew e Young, le cui positività sottrassero perfino 4 ori iridati (più un olimpico) alla 4x400 statunitense. Senza logica fu invece la decisione del Tas di restituire agli Usa, nonostante le violazioni e le menzogne di Marion Jones, le due medaglie d'oro e di bronzo rispettivamente nella 4x400 e nella 4x100 femminile a Sydney 2000. Occorrerebbe far più chiarezza in tal senso. Ma gli esempi si sprecano perché casi simili sono capitati purtroppo in diverse discipline: tra queste il nuoto, dove la squalifica della Efimova ha permesso all'Italia di vincere altre due medaglie agli Europei di nuoto; nella scherma, invece, ci è stato tolto un oro continentale nel fioretto a squadre per la positività di Baldini.

Il discorso cambia invece per gli sport di squadra: in quel caso le formazioni non subiscono sanzioni disciplinari; anche se di recente Alexander Markin, risultato positivo al meldonium durante il torneo preolimpico di pallavolo maschile, ma assolto poi dalla Fivb aveva fatto tremare la Russia su una possibile esclusione dei campioni olimpici in carica da Rio.

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