Terracina Piove sempre sul bagnato, soprattutto sul ciclismo. Si è capito fin dal mattino che al Giro non sarebbe stata una bella giornata, e non solo per la pioggia caduta copiosa per tutto il giorno. Altro che festa: musi lunghi e occhi bassi al foglio di partenza. C'è poco da stare allegri, soprattutto per quelle notizie che piovono dalla Germania, per l'inchiesta salasso (Aderlass in tedesco, ndr).
Non c'è niente fa fare, il ciclismo fatica a portarsi fuori dalle paludi del sospetto. Lo spartito è sempre lo stesso. Cambiano gli attori, ma la musica è sempre quella. C'è sempre un dottor doping in agguato, un medico maneggione nascosto in qualche anfratto. Questa volta tocca ad un certo Mark Schmidt e sono coinvolti una ventina di atleti di tanti sport che fanno la fila fuori dal suo studio per farsi fare delle trasfusioni e mettere sacche di sangue nel congelatore.
Salasso - L'operazione Aderlass esplode il 17 gennaio scorso con la confessione alla tv tedesca Ard dell'ex fondista austriaco Johannes Dürr. Qualche settimana dopo, nel corso dei Mondiali di sci nordico a Seefeld (Austria), vengono fermati cinque fondisti. Nel frattempo, due ciclisti austriaci, Denifl e Preidler, confessano.
Sospesi - Visti gli sviluppi dell'operazione Aderlass, l'Uci ha notificato e sospeso ieri mattina con effetto immediato per potenziale violazione del regolamento antidoping Kristijan Koren e Borut Bozic, rispettivamente compagno e diesse dello squalo. Stessa sorte è toccata a Kristijan Durasek della UAE Team Emirates e all'ex professionista Alessandro Petacchi, da febbraio voce tecnica di Raisport. A tutti questi atleti o ex è stato contestato l'uso di metodi proibiti tra il 2012 e 2013, a parte a Durasek, il cui illecito risalirebbe al 2017.
Microfono spento - Petacchi a casa. L'ex velocista spezzino rimanda al mittente ogni addebito. «Non mi so spiegare come il mio nome figuri in quelle carte. Io non mi sono mai sottoposto a trasfusioni e nemmeno conosco questo dottor Schmidt».
Auro Bulbarelli, direttore di Raisport, in ogni caso non ha deciso di sollevare momentaneamente dall'incarico l'ex velocista spezzino. «Di fronte a queste accuse è giusto che Alessandro abbia modo di valutare la situazione con il suo avvocato».
A casa - Ci ha provato, ma è stato semplicemente un tentativo durato pochissimo. Tom Dumoulin ha abbandonato il Giro. Il corridore olandese, rosa al Giro 2017 e secondo un anno fa, non ce l'ha fatta. «Ci ho provato in tutti i modi, non volevo che il mio Giro finisse in questo modo ha spiegato il campione olandese -.
Mi spiace tantissimo, ma il ginocchio (sinistro, ndr) mi faceva troppo male e non c'è stato niente da fare. Tornerò al Giro il prossimo anno», ha assicurato.Oggi 6° tappa, il Giro arriva a casa di San Padre Pio, a San Giovanni Rotondo. Tappa per attaccanti.
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