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La doppia vita di Pippo Inzaghi. Da re del gol a re della difesa

La doppia vita di Pippo Inzaghi. Da re del gol a re della difesa

Una signora trova un portafoglio per terra, nel parcheggio di un supermercato di Benevento, e lo riconsegna, completo di documenti e danari, al legittimo possessore: tal Filippo Inzaghi. Il Benevento squadra di calcio demolisce avversarie in serie B, domina sul filo dei record e si trincera dietro una difesa di ferro. La migliore dei primi cinque campionati (si tratti di serie A o B) in Europa dicono numeri e statistiche: 11 gol subiti (4 in una partita) a fronte di 37 realizzati. Il suo allenatore è Pippo Inzaghi, ex divoratore di difese e difensori. Detto così che altro pensare? Splende lo stellone di super Pippo, non c'è colpo di sfortuna che regga al suo alone di energia vitale e al tappeto volante di un difensivista ben dotato che trova una signora, come difensore aggiunto, quando perde il portafoglio. Ma forse oggi il suo portafoglio val meno della panchina che gli sta indorando la carriera. Pensate che perfino Jurgen Klopp, l'allenatore del Liverpool, potrebbe impallidire: la miglior squadra d'Europa ha subito più gol e la media partita non migliora quella del Benevento. Ed anche il Real sta appena sotto: 39 segnati e 13 subiti. Poi c'è il Valenciennes, Ligue 2 francese, che sventola 12 gol presi, ma appena 16 realizzati. D'accordo, non allarghiamoci: si fa gara di testa mantenendo equilibrio fra reti fatti e subite ma altro è giocare in Premier o nella Liga. Però il cesellatore dei gol sul filo del fuorigioco in qualche modo sta dimostrando che bisogna conoscer l'arte e metterla da parte per rigiocarsi la sorte stando sull'altra sponda. Qualcuno dirà: sicuri che questo Pippo sia lo stesso che al Milan viveva per segnar gol e poco gli importava di subirli? Non c'è da stranire: la vita degli allenatori è così variamente architettata da aver convinto Inzaghi, dopo qualche alto e basso professionale, che segnare era bello ma sopravvivere in panchina è molto meglio. Segnale di intelligenza, alla faccia dei khomeinismi della panca. E come raccontarla a quel Milan che fu di un padrone che chiedeva il giuoco d'attacco? Oggi ci sono Gattuso e Inzaghi che se la giuocano dicendo che il miglior attacco è la difesa.

E qui il pallone batte le giravolte della politica.

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