Solo cose bulgare avrebbero potuto infiammare un calciomercato mai così sobrio. E così è stato. Perché il caso Berbatov quasi scippato dalla Juventus alla Fiorentina e poi finito al Fulham nel giro di un pomeriggio, non ha precedenti. O quasi. L'attaccante del Manchester United era ormai quasi volato a Torino coi biglietti dell'aereo pagati dalla società viola. Poi un altro ripensamento che ha regalato un epilogo clamoroso. Col giocatore che in tarda serata, quando Marotta e Ferguson si erano già scambiati i documenti per definire l'affare, ha fatto sapere di preferire il Fulham. E alla fine tra i due litiganti, Fiorentina e Juventus, gode il terzo. I due club italiani non vincono, ma il giocatore perde sicuramente la faccia.
Berbatov ha dato due volte la parola e due volte se l'è rimangiata dando vita a un vero e proprio giallo che ha caratterizzato la giornata di ieri. In mattinata giocatore e agente si imbarcano su un volo in business class prenotato dalla Fiorentina per la firma del contratto. È previsto uno scalo tecnico a Monaco di Baviera. Che si rivelerà maledetto per il club viola perché è qui che inizia a sfumare l'affare. Forse perché l'agente e il giocatore riaccendono i telefonini e vedono le chiamate della Juventus e del Fulham. Per capire meglio: all'aeroporto di Peretola ad attendere Berbatov c'è il braccio destro del ds Pradè, Macia. Con lui anche alcuni tifosi viola. La città è già in fibrillazione per l'arrivo del bulgaro. Il programma: immediate visite mediche alla clinica Fanfani, passaggio in sede per la firma del contratto e nel tardo pomeriggio il primo allenamento. Tutto perfetto se non fosse per la Juventus, sembra. Pradè è sbigottito perché il giocatore stoppa ogni dialogo con la Fiorentina e dice sì alla Signora. Marotta inizia a parlare con Ferguson che non vuole fare sconti forte delle offerte di Fiorentina e del Fulham. Il via libera arriva per 4,5 milioni di euro più i bonus. Al giocatore invece un biennale da 1,8 milioni. Sembra fatta, ma non si può mai dire quando c'è di mezzo Berbatov. Infatti il bulgaro è il re del voltafaccia: Lecce e City le precedenti vittime.
A Firenze intanto monta la rabbia dei tifosi e la società è infuriata con la Juve. L'operazione sembra una ritorsione per la mancata cessione di Jovetic nonostante i trenta milioni messi sul tavolo da Agnelli. Tra i due club si torna ai tempi da guerra fredda, quelli in cui per il passaggio in bianconero di Baggio la città scese in piazza. Lo dimostra il duro comunicato della Fiorentina in cui si parla del mancato arrivo di Berbatov «a causa di operazioni spericolate e arroganti di altre società, che niente hanno a che fare con i valori della correttezza, del fair play e dell'etica sportiva e che si collocano oltre i confini della lealtà». Pronta la replica di Marotta: «Se si riferiscono alla Juve rispediamo le accuse al mittente. Il giocatore lo abbiamo contattato quando si è saputo che rifiutava la Fiorentina. Ci siamo mossi nella massima trasparenza». Ci vorrà tempo per ricucire e parlare di Jovetic in bianconero per l'anno prossimo è fare un salto nel buio.
Berbatov finisce al Fulham dove ritrova Jol che l'aveva già allenato al Tottenham. Nel dietrofront il pressing del tecnico è stato determinante e probabilmente più dei motivi familiari con cui ha spiegato la scelta alla Juve. Che ora rimane col cerino acceso in mano. Voleva un top player, aveva ripiegato sul bulgaro. Ora Marotta ha 48 ore per dare un attaccante a Conte. Potrebbe essere Nicklas Bendtner dell'Arsenal.
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