Roma, Zeman resta ma è un allenatore a tempo

Roma - Il rapporto Zeman-Roma andrà avanti, almeno per ora. Il doppio faccia a faccia tra i dirigenti giallorossi e il tecnico boemo hanno sancito la tregua, ma anche una sorta di «commissariamento» del club nei confronti dell'allenatore. «L'esonero non è necessario», fanno sapere i vertici romanisti dopo il colloquio pomeridiano, al quale ha partecipato anche l'ad Italo Zanzi: la richiesta a Zeman è stata quella di modificare alcuni atteggiamenti, rinunciando al proprio personaggio per cercare una convivenza seppure forzata fino al termine della stagione. Il boemo sarebbe venuto incontro al club, sostenendo che l'unica cosa che conta è lavorare insieme e bene per vincere, senza esasperazioni.

Una fiducia a tempo, che potrebbe già essere scalfita in base all'esito della sfida di venerdì all'Olimpico contro il Cagliari. Zeman resta quindi sotto esame e ogni sua mossa sarà valutata con attenzione dal club. Così la nuova legislatura del boemo - lo Zeman 2, come lo ha definito lunedì il ds Sabatini - partirà dalla restaurazione di qualche giocatore riottoso (facile pensare ai casi Stekelenburg e De Rossi) e da questo «commissariamento» dell'allenatore. Un compromesso storico - tanto per usare un altro termine della «politica» - che suona strano per un estremista dell'indipendenza come Zeman. Anche se non ci sarà un'entrata a gamba tesa sulle scelte tecniche del boemo, ma ci sarà grande attenzione alla comunicazione e al rapporto con i giocatori. «È stata fatta chiarezza su parecchie cose, in particolare sulle frasi di Zeman relative alle regole del gruppo. Abbiamo rimosso il dubbio che ci aveva turbato», così Sabatini.

Sin dal mattino, quando Zeman ha diretto il primo dei due allenamenti della squadra, l'ipotesi

esonero era stata allontanata. Ma ora servono risposte concrete del boemo e non solo sul campo. La permanenza di Zeman fa decadere la boutade di mercato di uno scambio di prestiti Verratti-De Rossi con il Paris Saint-Germain.