Dove sarebbe se avesse avuto subito il polacco?

Dove sarebbe se avesse avuto subito il polacco?

A seguire la traiettoria dell'Atalanta e in particolare il suo calcio aggressivo e feroce, c'è da chiedersi: ma dove sarebbe Gasperini se non avesse cominciato la stagione con una striscia deludente, forse effetto del corto circuito provocato dall'eliminazione di Europa league? Ha cacciato fuori la Juve dalla coppa Italia, ha dato una bambola all'Inter e rimontato la Roma passata davanti tre volte e almeno per un tempo ieri sera ha messo il Milan al muro imponendo il suo calcio fatto di velocità e di trucchi del mestiere (Papu Gomez mandato su Bakayoko e Zapata spedito dalla parte di Calabria). L'altro quesito, spuntato fuori dalla perfida ripresa rossonera, è il seguente: dove sarebbe il Milan oggi se dall'inizio della stagione fosse arrivato invece di Higuain questo pistolero di Piatek? Già, perché il Milan ha avuto bisogno del suo spietato bomber appena arrivato a Milanello per risalire la china atalantina e imporre il talento balistico del polacco oltre che del turco, redivivo al culmine di un'esibizione non certo esaltante, almeno fino all'attimo fuggente del gol che ha rimesso Gattuso davanti.

Piatek ha atteso una sfida di grande valore simbolico per smentire in modo plastico una delle rare critiche lette sul suo conto. Non fa mai gol di testa, hanno scritto e segnalato. E il polacco ha spazzato via anche questo luogo comune. Ma alla fine di questa serata, è il Milan di Gattuso ad aver dato una risposta esemplare a quello che veniva fin qui considerato il limite dei rossoneri. E cioè incapaci di vincere sfide con i pari grado o addirittura con qualcuno che gli sta davanti in classifica.

Lo scalpo di Gasperini è la prima medaglia sul petto di Gattuso che non si è lasciato condizionare dalla partenza pancia a terra dei bergamaschi e ha preparato senza mai perdere fiducia nel suo calcio e soprattutto nelle sue pedine più discusse, Calhanoglu appunto.

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