Dovi e Ducati, è un bis con brivido

Andrea e la Rossa vincono come nel 2018. Respinto dopo ore il reclamo tecnico dei rivali

Sergio Arcobelli

Per il secondo anno di fila, Andrea Dovizioso su Ducati vince in Qatar il primo Gran Premio dell'anno. E lo fa in modo identico all'anno scorso, ossia riuscendo a spuntarla in volata e nel corpo a corpo sul campione del mondo Marc Marquez. Un successo che, inizialmente, si tinge di giallo per un reclamo presentato da 4 team (Yamaha esclusa) contro l'appendice montata dalle Desmosedici sul forcellone posteriore davanti alla gomma, consentita solo in caso di pioggia. Ma che poi la direzione di gara respinge. Dunque, sul terzo gradino del podio sale l'inglese Cal Crutchlow, in sella alla Honda clienti, davanti alla Suzuki dello spagnolo Rins e a un indomito Valentino Rossi. Su quest'ultimo, poi, andrebbero spesi fiumi di parole dopo l'ennesima rimonta della carriera. Scattato dalla 14esima casella dopo una qualifica disastrosa, il Dottore si conferma a 40 anni animale da gara oltre che fenomeno sempreverde, tanto da chiudere stupendo 5°, a un soffio dal podio. Facendo meglio del poleman e compagno in Yamaha, Maverick Viñales, finito soltanto settimo, alle spalle anche di Danilo Petrucci. Ma la gioia del risultato positivo è effimera. Come spiega Rossi. «È stata una bellissima gara, mi sono divertito. Ma sono preoccupato perché la Yamaha è come nel 2018. Ho paura che in altre piste soffriremo».

Non ha paura invece Dovizioso che con il successo in Qatar centra la tredicesima vittoria nella MotoGp. Ora è al terzo posto all time fra gli italiani (al pari di Biaggi) per vittorie conquistate nella classe regina, dietro soltanto a monumenti come Agostini e Rossi. «È stata una gara davvero strana. Non avevo una strategia precisa» dice, «ho cercato semplicemente di gestire le gomme nella prima parte. C'era Rins che era molto veloce in curva, poi nel finale ho visto Marquez faticare molto con la gomma posteriore e ho capito esattamente cosa dovevo fare».

Battuto anche quest'anno ma soddisfatto della seconda piazza, Marc commenta: «Sono contento di questi 20 punti in un circuito in cui fatichiamo. La bagarre con Dovi? È stata la stessa gara dell'anno scorso. Lui era più forte ma va bene così: è una gara che ci togliamo dal calendario». Felice del risultato pure Crutchlow, reduce da un periodo complicato: «Ringrazio Lucio (Cecchinello, ndr) e il team per questo terzo posto e per avermi dato fiducia».

Tra i delusi di giornata, certamente Viñales («è stato difficile, dobbiamo migliorare il grip di dietro» spiega lo spagnolo) ma anche Danilo Petrucci, che nel primo pomeriggio aveva chiuso in testa il warm-up. Entrambi hanno preso paga dai rispettivi compagni, Dovizioso e Rossi, i leoni d'Italia che continuano a ruggire.

E alla specifica domanda su cosa significhi per lui essere al terzo posto per successi nella classe regina dietro Agostini e Rossi, il Dovi si toglie qualche sassolino dallo stivale: «Questo traguardo è un onore. E se penso a tutti quelli che non credevano in me». Il dolore è temporaneo, la soddisfazione è per sempre.

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