On Fire, direbbero gli americani. Per descrivere un giocatore a cui riesce tutto, che non si ferma più. Nello specifico quelli in fiamme sono due, Romelu Lukaku e Ciro Immobile, che stasera proveranno a infuocare San Siro nel modo in cui gli riesce meglio, a suon di reti. Tre su quattro per l'interista, quattro su quattro per il laziale, potrebbe essere un testa a testa da classifica cannonieri fino a maggio, per la gioia di chi li allena e li manda in campo. Ma allo stesso tempo deve gestirli, mediare, cucire l'abito giusto per ogni occasione.
I destini di Antonio Conte e Simone Inzaghi dipendono dai loro goleador, ci sono legami e situazioni che vanno oltre l'area di rigore, come successo nell'ultimo weekend a distanza di sole 24 ore. Nel derby, Conte e Lukaku hanno vidimato il loro patto d'acciaio, l'allenatore ha puntato tutto sul suo numero 9, nonostante le scialbe prestazioni contro Udinese e Slavia Praga, ed è andato all'incasso con tanto di esultanza, un petto a petto in stile Nba in favore di telecamera. Come Diego Costa nella prima parte di esperienza al Chelsea, l'ex Manchester United è il soldato preferito di Conte, a prescindere che ci sia da correre per aprire spazi o da mordere per far male sottoporta. La fiducia è reciproca, come ammesso dallo stesso belga dopo la rete al Milan: «Il nostro rapporto è molto forte, sono davvero contento. A 26 anni volevo un allenatore così, capace di motivarmi ogni giorno».
All'Olimpico invece i 62' di Ciro Immobile contro il Parma hanno condensato le emozioni più svariate, dalla gioia per l'ennesimo gol alla rabbia sfrenata al momento del cambio, fino alle scuse pubbliche affidate ai social. Inzaghi l'ha zittito a muso duro davanti a tutti, ha fatto sbollire la collera e stasera gli riaffiderà le chiavi dell'attacco, fatta salva la multa che il numero 17 dovrà pagare, come da regolamento interno. «Le scuse di Ciro sono un grande gesto» ha dichiarato il tecnico laziale alla vigilia «ha capito l'errore, si deve ragionare per la squadra, non per gli interessi personali». Dunque caso chiuso e sfida lanciata, visto che Immobile, tra le squadre affrontate di più in Serie A, non ha mai fatto gol all'Inter in sei precedenti. Handanovic fin qui ha preso un solo gol, è il portiere con la più alta percentuale di parate in questo avvio di campionato (89%), ma ora viene il bello: il ciclo di ferro inizia con la Lazio e finisce con la Juve, nel mezzo la trasferta con la Samp e soprattutto il viaggio di Barcellona a casa Messi.
Conte insegue la quinta sinfonia, però in conferenza ha avvisato i suoi: «Ci sarà da cadere, ma dovremo essere bravi a rialzarci. Vedo proclami eccessivi dopo quattro giornate, per esperienza so che viene fatto ad arte per darci poi qualche mazzata».
Anche per una questione di turnover, stasera potrebbe toccare a De Vrij, reduce da un problema muscolare, come dichiarato dallo stesso tecnico: «Sta bene, è uno che può giocare tante partite anche per via della posizione». L'olandese è l'ex di turno per eccellenza, ma da quando è passato all'Inter non ha mai sfidato la sua Lazio nei tre precedenti. L'ultima risale al 20 maggio 2018. Vestiva biancoceleste e di mezzo c'era un quarto posto.
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